ELOGIO DEL MINESTRONE

11 agosto 2010  |  di Piero Careddu

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 POESIA ED ECOLOGISMO DEL PIATTO PIU’ BUONO DI OGNI TEMPO.

Il perenne succedersi delle stagioni con i suoi colori, l’incontrollabile andamento climatico, i profumi e sapori è il segno tangibile  che la battaglia impari contro il dio profitto e il capitalismo cannibale non è ancora persa. E’ ancora lecito sperare che si possa tornare ad uno sfruttamento delle risorse che abbia come obbiettivi  il rispetto del linguaggio dell’ambiente  e una nuova idea di redistribuzione della ricchezza fra nord e sud del pianeta. Eppure la ricetta avrebbe degli ingredienti la cui applicabilità è tutt’altro che utopica: un radicale cambiamento di stile di vita allontanandosi dal consumismo sfrenato, maggiore risparmio dell’acqua pubblica, mangiare meno  e meglio, riconversione in tempi ragionevoli dell’agricoltura intensiva, maggiore responsabile del disastro ambientale, in uno sfruttamento della terra sostenibile che torni ad armonizzarsi con i ritmi della natura e del fabbisogno mondiale di cibo. C’è un piatto che più di ogni altra preparazione tradizionale rappresenta la festa delle stagioni. Il Minestrone. Ogni stagione ha il suo anche se quello a cavallo fra primavera ed estate riesce a sprigionare una carica di colori e profumi che, quando ben preparato seguendo alcuni piccoli accorgimenti, è una gioia per i sensi di chi ama la  buona tavola.  Fagioli borlotti freschi da sgranare, patate novelle, zucchine, pomodori maturi, sedani, carote, cipollotti freschi, aglio, fagiolini lunghi schiacciati, basilico,  il tutto mediato dal nostro maggiore tesoro che è l’olio extravergine d’oliva. Fare un ottimo minestrone è un impresa alla portata di tutti. Non ha senso scrivere una ricetta. L’obbiettivo deve essere il raggiungimento di una perfetta uniformità di cottura fra tutti gli ingredienti che consente di ottenere tre importi risultati: una masticabilità regolare che aiuta a sprigionare fragranza, evitare di trovarsi davanti a un piatto informe e opaco con verdure cotte al dente e altre disfatte, un gioco di cromatismi che rende la preparazione sicuramente più invitante.  Il taglio degli ortaggi deve rispettare il più possibile uniformità di grandezza: un buon riferimento è l’unghia del pollice. Metterete in poca acqua fredda prima i fagioli borlotti con i fagiolini, i sedani, le carote; mezz’ora dopo il primo bollore aggiungerete le cipolle tenendo sempre coperto;  dopo circa un’ora  e quando i fagioli sono quasi arrivati a cottura unire le patate con i pomodori ; passati circa 10 minuti unite le zucchine finendo con il pesto di basilico e aglio. Il filo di olio crudo a fuoco spento sarà la ciliegia sulla torta. Lasciate riposare anche per una notte intera e godetevelo con un vino bianco morbido, alcoolico e di buona struttura.

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