Archivio della Categoria La libreria imbandita

VINI E VINILI: UN LIBRO DA BERE

20 maggio 2015  |  di Antonio Canu

Rimane qualcuno, qua e là, per il quale un disco è ancora quello che le tavole mantiche erano per un Corinzio o un Etrusco affacciati sull’orlo dell’abisso primordiale: la loro stessa essenza, il loro tremante destino” (Julio Cotázar).
Noi di Taribari siamo tra quei “qualcuno”. Sicuramente tra quelli c’è Maurizio Pratelli, critico musicale, animatore del blog Torno ai Vinili, appassionato ed esperto di vini naturali e autore di uno dei libri di culto dell’editoria musicale della passata stagione: “Vini e vinili, 33 giri di rosso”.

(continua…)

LA BADANTE AL CONTRARIO

15 febbraio 2012  |  di Piero Careddu

APPUNTI DI LETTURA SUL ROMANZO D’ESORDIO DI GIANNI CARIA  “LA BADANTE DI BUCAREST”

La Badante di Bucarest è un romanzo che tratta di burle della storia, di ribaltamenti di vite e di lettura del fallimento annunciato di un sistema economico, quello capitalista, arrivato ad un capolinea di orrore e disperazione. Gianni Caria, new entry del variegato parco dei magistrati-scrittori, non sceglie( grazie a Dio!) la strada ruffiana del noir da classifica ma imbocca il sentiero tortuoso di una storia solo apparentemente surreale e di difficile digeribilità per gli stomaci deboli abituati al “cibo letterario” liofilizzato e inscatolato. (continua…)

LE PIETRE DI NUR

12 marzo 2011  |  di Piero Careddu

ALCUNE RIFLESSIONI SUL NUOVO ROMANZO DI VINDICE LECIS CHE AIUTA A CAPIRE MEGLIO MOMENTI INESPLORATI DEL NOSTRO PASSATO E DELLA NOSTRA IDENTITA’.

Le Pietre di Nur è un romanzo popolare nel senso più nobile e alto del termine. Lo è perché, aldilà della indiscutibile bravura narrativa dell’autore, è una storia che può essere letta da tutti i tipi di pubblico sardo e non, giovane e non, intellettuale e non. Io e Vindice ci conosciamo, ahinoi, da molti decenni e scoprirlo così bravo a raccontare una storia che si porta dentro implicazioni culturali dalle forme più disparate, è stata una piacevole sorpresa.
Romanzo d’azione, storia d’amore, trattato di un pezzo di storia di una Sardegna, ancora indipendente e libera, che inspiegabilmente non conosciamo perché nessun libro di storia ne parla in maniera approfondita. Quanti sardi sanno che la Civiltà Nuragica ha attraversato diversi secoli della Civiltà Mediterranea con un ruolo di primo piano dal punto di vista politico, economico e strategico? Temo pochissimi. La narrazione si sviluppa nell’ottavo secolo a. C. e racconta le vicende avventurose del Principato di Nur, porzione dell’allora variegato mondo nuragico localizzabile nella Sardegna nordoccidentale. Il vecchio e saggio Principe Serdon muore lasciando nelle mani del giovane Alvras le sorti di un regno minacciato da divisioni interne e dai primi segnali di espansione coloniale. Un’eredità pesante nel momento in cui Alvras si troverà a combattere tradimenti e ostacoli interni di ogni genere oltre a dover fronteggiare l’invadenza dei Fenici, già presenti da tempo sull’isola, ma soprattutto la minaccia militare ed economica rappresentata dalle ambizioni espansionistiche di una potenza giovane come Cartagine che bruciava le tappe nel calderone politico di quei tempi. Sullo sfondo della vicenda avventurosa, oltre all’appassionata storia d’amore tra Alvras e la bellissima maga-sacerdotessa delle acque Tulema, è interessante scoprire un mondo di nostri antenati che aveva avviato un complesso sistema “industriale” e di commercio costruito intorno alle costruzioni arrivate ai giorni nostri e diventate il simbolo stesso della nostra terra. Un libro che potrebbe offrire importanti spunti di riflessione a quei sardi che non si sentono disturbati da un’idea di Sardegna succube da millenni di colonialismo più o meno mascherato, ma soprattutto a coloro che si inventano indipendentisti dell’ultim’ora senza avere la più pallida idea dell’argomento.

LE PIETRE DI NUR – di Vindice Lecis
EDIZIONI ROBIN . 2011

ELIAS MANDREU E LO SPAZIO-TEMPO

4 settembre 2010  |  di Piero Careddu

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“Dopotutto” appartiene alla classe che io definisco dei  romanzi contenitore, quelle narrazioni dove convivono armonicamente, insieme alla storia, tanti altri elementi che rendono la lettura più ricca e interessante. Divido i libri che leggo in tre categorie: quelli che non lasciano segni, quelli che ti piacciono e che rimetti nello scaffale per sempre e quelli, come questo, che ti appartengono culturalmente e ti restano nella memoria. (continua…)