A pranzo con Chucho Valdes!

14 novembre 2008  |  di Yohanka Alfonso Contreras

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La Redazione di Taribari da il benvenuto a una nuova prestigiosa  firma: Yohanka Alfonso Contreras, cubana, antropologa, ottima cuoca ha  già collaborato con noi,  il dicembre scorso, alla realizzazione del Convegno sulla Musica nelle Religioni Afrocubane. Il suo è un debutto scoppiettante perchè sabato scorso, al Teatro dell’Opera di Madrid, è stata testimone di un evento storico per noi appassionati di Cuba e di Musica Latina: Bebo e Chucho Valdes, padre e figlio, insieme sul palco per un concerto che, a leggere le cronache, rimarrà impresso nella storia della musica.  Ma siccome Taribari è , prima di ogni altra cosa cibo e vino, Jo più che riferirci del concerto ha preferito raccontare il pranzo dell ‘indomani con Chucho in versione casalinga e lei ai fornelli.

LA COMIDA CON EL MAESTRO

Poche volte la parola maestro è utilizzata nella sua dimensione giusta. In questo caso non potevo farne un uso più adeguato. Pranzare con Chucho Valdes è un’esperienza che arricchisce la vita, altro che illustre compagnia!

La sera prima mi ero goduta in prima fila, accanto al regista Fernando Trueba e Cristina sua moglie, al Teatro de la Opera de Madrid, il concerto unico “Juntos para siempre”. Due pianoforti e quattro mani niente meno che di Bebo e Chucho Valdes, padre e figlio insieme per festeggiare il loro compleanno per coincidenza tutte e due del 9 ottobre dsc00416.JPG

Non ci potevo credere, a fianco l’autore del grandissimo lavoro cinematografico “Calle 54”, indispensabile documento della storia del jazz, di fronte Bebo e Chucho in un duetto storico e quasi irrepetibile. Dico quasi poiché Bebo ci regalerà ancora delle sorprese, nonostante i suoi 90 anni suonati.

Serata madrileña da sogno. Due ore e mezzo di percorso per i generi musicali più diversi, dalla musica tradizionale cubana di Lecuona, Sindo Garay ed altri, ai miti del jazz, arricchite con i brani dell’ultimo Cd che da titolo al concerto, fra cui un brillante “Caridad Amaro”, composizione dedicata alla mamma di Bebo e nonna di Chucho. Dopo due ore, quando presumibilmente stava per chiudersi il concerto, con Chucho in piedi e gli applausi di un pubblico delirante, Bebo con la sua proverbiale simpatia cacciò via il figlio “vete tu, que yo me quedo” e continuò da solo per  più di mezz’ora provocando una risata generale.

Non mi dilungo nel concerto che meriterebbe una rubrica tutta sua e torno al pranzo, per adeguarmi alle caratteristiche gourmet di questo splendido blog che seguo da tempo.

Contavo sulla presenza anche di Bebo al pranzo del giorno successivo ma, dopo la fine della serata alle due di notte fu il figlio a dover cacciarlo via dal bar dell’albergo…che tipo!

Visto che mi affidarono la cucina, mi alzai veloce a fare la spessa consapevole che Madrid è una bella piazza in cui si trova tutto e fresco e cosi è stato. Avevo programmato dei semplicissimi spaghetti ai frutti di mare da abbinare ad un Alvariño DOP Rías Baixas, perfetto per l’occasione. Difficile resistere all’ antipasto alla spagnola, un Jamón Ibérico Bellota Reserva “El Extremeño”, olive locali e varias tapas.

Appena arrivato, Chucho ci chiede di cucinargli a parte, un purè de malanga, un tubero tipico nostro, una specie di patata di sapore squisito che mette immediatamente a posto qualsiasi disturbo dello stomaco. 

Una lunga tavola con la mia famiglia e Chucho, nella quale capimmo da subito di essere nati e cresciuti nella stessa terra. Non Cuba, di più, in paesi attigui all’interno dell’Avana, cosa che da noi ci rende fratelli. Bejucal e Quivican, due piccole cittadine che condividono tradizioni, parenti, amore per la musica… Chi l’avrebbe mai detto che nei suoi inizi, il giovane gruppo Irakere passò per il palco del Teatro di Bejucal, attuale Casa de la Cultura, che gli antenati di Chucho si trovano a San Felipe, altro paesino della zona, che Chucho adora Las Charangas, tanto quanto io ho adorato ogni formazione che ha tirato fuori il suo genio musicale?

Arriva l’italianissima pasta a tavola piena di “tropezones” come chiamano in Spagna ai gamberoni, cozze, vongole, e tutto quanto l’insaporisce. Mettiamo a tavola un enorme vassoio. Il maestro mette da parte la pregiata malanga e chiede a mio fratello (chirurgo) una pasticca ecchissenefrega!!! Non si è potuto resistere ad una cosa del genere. E venga vino e venga pasta, con tanto di scarpetta alla fine, mica ci godiamo una serata cosi tutti i giorni!

E trascorsero cosi più di 8 ore, fra chiacchierate, risate, spaghetti, scoperte di amici comuni, appunti sulla religione nostra, buon vino, rivelazioni dei miti musicali (piena sintonia con mio marito, jazzista italiano che suona il pianoforte pure lui), storie di famiglia (ho chiesto particolarmente dalla nonna Caridad Amaro, che ispirò il brano, una donna umile senza conoscenze musicali, ammiratrice di Rachmaninov, che un bel giorno vinse un biglietto della lotteria di tres pesos e piuttosto di investirlo in cibo o vestiti, comprò un pianoforte vecchio al figlio suscitando le critiche dei compaesani).

Mentre eravamo li, i telegiornali spagnoli divulgavano la eco dell’evento musicale dell’anno a Madrid: il Concerto di Bebo e Chucho Valdes. Lui che guardava e ascoltava con modestia lì con noi, incredulo di tanti elogi. Noi pensando all’onore di averlo a tavola e alla lunga “luce” che ebbe la sua nonna nell’acquistare il loro primo piano forte. Achè pa’ lei.        

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