Il Capo di Stato e racconti di viaggio

31 agosto 2008  |  di Piero Careddu

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Non riesco a conservare i vini della mia riserva personale. Possono durare, se esagero, un anno poi devo berli. Penso che la vita è così breve e faticosa che rimandare un momento di piacere, sia esso in forma di bottiglia di vino o sigaro o di nuova amicizia, sia un’ offesa alla vita stessa.

Senza considerare che domani potrei non esserci più. Quando a giugno mi sono stabilito a San Teodoro mi sono portato dietro un po’ di bottiglie, più o meno pregiate, che avrebbero avuto il compito di alleviare la fatica e le tensioni di una stagione rivelatasi poi durissima. Piano piano le abbiamo bevute tutte eccetto una che rappresentava un’incognita: Capo di Stato 1997 di Loredan Gasparini. Vino da culto più conosciuto e amato all’estero che in Italia, il Capo di Stato è, a dispetto di chi millanta altro, il primo vero taglio bordolese italiano. Cabernet Sauvignon e Franc con piccole aggiunte di Merlot e Malbec e un moderato quanto sapiente passaggio in rovere; questa è la carta di identità di questo capolavoro dell’enologia veneta che pare abbia preso il nome dal forte apprezzamento dell’allora presidente francese De Gaulle. L’appartamento che occupo quest’anno ricorda molto una casa del Vedado all’Havana: porticato coloniale, giardino un tantinello trascurato, gatto felice che controlla il territorio e ogni tanto qualche amico a pranzo prima del riposo pomeridiano. Oggi c’erano due personaggi che è impossibile descrivere in così poco spazio: mio fratello Agostino e Ivan il viandante, come ama definirsi ultimamente, un Viaggiatore di professione. Racconti di viaggio, storie di donne e la perfezione inimmaginabile in forma di vino che ci ha donato il Capo di Stato. Naso da sogno, struttura ancora brillantissima e la gioia di aver fatto godere due palati non esperti come quelli dei miei ospiti (ma…alla fine esistono i palati esperti?). Ci siamo guardati e, ridendo un po commossi, abbiamo brindato al Capo di Stato che più abbiamo amato: il partigiano Sandro Pertini.

2 Commenti a “Il Capo di Stato e racconti di viaggio”

  1. antonio canu scrive:

    Il mio ricordo piú bello di Pertini é legato ad un suo discorso di capodanno nel quale ancora sconvolto dalla sua visita a Sabra e Chatila dichiarava che il responsabile di quel massacro sedeva sfrontato ed impunito nel parlamento israeliano. Si riferiva al macellaio Ariel Sharon. Il nostro Presidente per sua fortuna non ha dovuto vedere quel porco ascendere ai piú alti vertici di quello stato e compiere ulteriori oltraggi e violenze al martoriato popolo palestinese. In alto i calici in onore del presidente partigiano e dei giovani eroi delle pietre palestinesi. Intifada fino alla vittoria!

  2. brancacciu scrive:

    eeh……..Austinu Austinu, no vè pegghju cosa….!?

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