Perchè amo i vini di Manca da Nurri

22 gennaio 2008  |  di Piero Careddu

Manca da Nurri

Per capire al meglio Gianfranco Manca e le sue bottiglie non si può fare a meno di andare a Nurri ed entrare in contatto con la magia di questo piccolo comune a cavallo tra Barbagia, Ogliastra e Sarcidano: tra vigneti a 600 m. e laghi, cascate naturali e siti archeologici di importanza cruciale si respira un’aria squisitamente antica e intrisa di storia e dove la presenza dell’uomo e del lavoro si avverte risalente a decine di migliaia di anni.
In questo contesto così fieramente sardo e staccato da quegli eccessi di modernismo fagocitatore delle culture, si muovono Gianfranco e sua moglie Elena, con i loro figli, il loro amore per la terra e un’ospitalità di grande cuore. Unico, per ora, alfiere sardo dell’agricoltura estrema Gianfranco produce al momento tre vini unici nel panorama enologico della Sardegna: unici per carattere, diversità, spontaneo anticonformismo. Ho assaggiato per voi il Piccadè, il Mariposa e il Perdacoddura.

PICCADE’
Isola dei Nuraghi i.g.t. senza annata. 12° vol.

Equilibrato uvaggio di uve Carignano e Monica, il Piccadè è una classica espressione di femminilità in un vino: il colore è un rubino chiaro lucido e di buona trasparenza; il naso evoca da subito atmosfere da indimenticabili feste di paese con una pronunciata vinosità impreziosita da note floreali altrettanto presenti con riferimenti alla viola e al germoglio di geranio; richiami speziati al pepe bianco e, insolite per un vino rosso, note di pompelmo rosa, chiudono un corredo olfattivo ampio e intrigante.
In bocca si affaccia con un ingresso facile e beverino ma non per questo privo di grazia ed eleganza;
un vino fresco dalle percezioni setose ma niente affatto semplice e scontato; il richiamo a sensazioni antiche si avverte anche al palato e il grande equilibrio tra freschezza e componenti morbide ne fa, per quel che mi riguarda, il più grande vino rosso da pesce assaggiato negli ultimi anni.
A tavola con: zuppe di pesce classiche, spaghetti all’aragosta, risotto allo zafferano, ricci di mare al naturale, costine di maiale ai funghi porcini, formaggi di capra mediamente stagionati.
Valutazione dell’appagamento: 90/100
Riferimenti Onirici: la festa, la merenda in autunno, la mangiata di ricci sugli scogli sotto il sole di gennaio.

MARIPOSA
Su sciùmiu e Mariposa si podet intendere in s’ateru cabud’e mundu
(il battito d’ali della farfalla si può udire dall’altro lato del mondo)
Isola dei Nuraghi i.g.t. senza annata 14° vol.

Bellissimo e carico di significati il lunghissimo nome dell’ultimo nato in casa Manca: il battito d’ali di farfalla che arriva lontano è musica che accompagna i grandi cambiamenti causati dalle piccole rivoluzioni; il Cannonau è presente per l’80% insieme a piccole porzioni di Monica, Carignano e Bovale: il risultato è un vino di colore rosso cardinalizio carico, leggermente velato dalla non-filtratura e di buona densità. Al naso conferma il leitmotiv dei vini di Gianfranco: un equilibrio tra vinosità e note fresche e allo stesso tempo complesse; gelatine di piccoli frutti, fragoline selvatiche stramature, melograno insieme a note di geraniolo e finale di vaniglia e caramella.
In bocca ancora la conferma di questa straordinaria capacità di Gianfranco di far convivere in una bottiglia di vino tanti elementi: facilità di beva, equilibrio, complessità degli aromi retronasali, tannini appena graffianti che si accoppiano felicemente con la seta della struttura.
Un’espressione di Cannonau fuori da ogni logica di ipermodernismo che però ti lascia in bocca la sensazione di aver bevuto qualcosa di realmente nuovo!
A tavola con: primi piatti di paste ripiene a base di formaggio, primi con cacciagione da piuma,
pecorini di media stagionatura, carni rosse alla griglia.
Valutazione dell’appagamento: 92/100
Riferimenti Onirici: l’aria fresca del mattino, il suono dei campanacci nel silenzio del pomeriggio.

PERDACODDURA 2005
Isola dei Nuraghi i.g.t. 15,5° vol.

Eccolo il maschio di casa!!! Una delle più realistiche rappresentazioni di forza virile in un vino: il Cannonau del centro Sardegna che si manifesta in tutta la sua prorompente forza di roccia e duro legno di ginepro: un pastore colto, vestito col velluto della domenica e i gambali tirati a lucido.
Il colore è di mora matura, cupo, profondo e denso. Al naso è austero pur concedendo alcune note balsamiche che alleggeriscono le sensazioni di gelatina di melacotogna e i richiami alla liquirizia e a spezie invecchiate fino al finale di torrefazione e caramello.
Al palato l’ingresso mantiene le promesse di vista e olfatto: largo, imponente e caldo; subito in evidenza il frutto carnoso che invade la cavità orale mostrando una trama di velluto vecchio; le rotondità, conferite da una garbata amabilità, vengono smussate dall’interazione di tannini morbidi e sufficientemente presenti. Una sorprendente nota di freschezza riesce a rendere facile alla beva un vino di 15,5° dichiarati, ma che non si percepiscono grazie all’armonica disposizione degli elementi.

A tavola con: risotti della cucina invernale, il cinghiale nelle varie interpretazioni, pecorini di lunga stagionatura
Valutazione dell’appagamento: 91/100
Riferimenti Onirici: l’imbrunire da Lodine verso la valle; il coltello che affonda nel pane secco, la salsiccia che sfrigola sulla brace del camino.

PANEVINO…e ospitalità
Gianfranco Manca – via Trento, 61 NURRI (Ca)
Tel. 3488241060
mancagfranco@tiscali.it

9 Commenti a “Perchè amo i vini di Manca da Nurri”

  1. Presenza morena scrive:

    Una descrizione splendida, d’intrinseca passione e competenza sul tema. Deliziosa e stimolante, per intenditori e non. La meticolosità e giustezza nelle parole, convocano subito a voler approfondire nella conoscenza dei vini della bellissima Sardegna, particolarmente di questi, col dettaglio aggiuntivo dei suggerimenti dei piatti da abbinare. Sono felice di aver scoperto questo blog vitale e di lettura utile, che avvalora un’ interesse autentico per la storia e le tradizione sarde. Complimenti. Spero di tornare a visitarvi dopo l’inevitabile degustazione dei vini da voi proposti.

  2. A. scrive:

    ciao! benvenuti!

  3. A. scrive:

    ciao!

  4. Zigano scrive:

    Ciao Piero
    grazie per avermi inserito nella tua mailing list. Con piacere ho visitato il sito TARIBARI e debbo dirti che come inizio non è male. La scoperta di nuovi vini e dei loro creatori è per me sempre una cosa molto piacevole; Cariche di sensazioni sono le tue descrizioni che ho già avuto modo di apprezzare nella lettura del tuo prezioso libro di cui mi hai fatto gentile omaggio. Di ciò ti ringrazio ancora.
    Non so se te l’avevo detto ma anche io produco vino (solo per gli amici!). La mia vigna, di 500 ceppi, è situata a 600 mt s.l.m – esposizione nord ovest. Vitigno: Dolcetto. Ma come? dirai; Uno straniero in terra sarda! Sacrilegio! – Tempo fa mi capitò di avere ospite nel B&B che gestiva mia moglie, a Villanova, il Governatore della Condotta Slow Food della Lombardia Carlo Casti al quale, alla sua partenza, regalai un fiasco del mio vino. Diversi giorni dopo, alle 11 di notte, ricevo una sua telefonata e mi racconta che si trova a Venezia, davanti al mio bel fiasco di vino a degustarlo con degli amici; mi dice: “adesso ti passo un’amico che vuole dirti qualcosa” Questo signore dopo avermi salutato inizia a descrivere il mio vino con parole quasi poetiche e di cui ricordo solo che ritrovava nel mio vino “il vino del contadino” (figurati io sono ragioniere!). Alla fine mi fa: “il tuo vino ha per caso un nome?” – “no” – rispondo io. – “Allora lo battezziamo stasera qui a Venezia” – “lo devi chiamare ZIGANO. Poi mi piacerebbe che tu me ne mandassi anche 50/100 litri della tua prossima vendemmia”. Ci salutiamo e mi ripassa Carlo Casti al quale chiedo: “ma chi è il signore che mi hai passato, mi sembra che siate tutti ben carburati!” – “Tu hai appena parlato con uno che non capisce niente di vino ma che gli piace da morire” si chiama Mauro Lorenzon ed è il patron dell’enoiteca (con la i) “La Mascareta” http://www.papagenonline.it/ed_mess1.asp?id=498 .
    Ora, mi riprometto di passare a trovarti con una mia bottiglia perchè nella mia piccola cantina mi piacerebbe incorniciare le tue sensazioni gustative. Brutte o belle che siano. Sarebbe un onore!
    A presto

  5. Annamaria scrive:

    Ciao Piero,
    ti ringrazio per esserti ricordato di me e avermi inserito tra gli amici che ti seguiranno in questa bella esperienza. L’articolo sui vini di Gianfranco Manca ti fa veramente venire voglia di assaggiarli, e infatti provvederò a farlo quanto prima.
    Cari saluti e in bocca al lupo

  6. Marco scrive:

    Salve! Ho scoperto per caso una bottiglia di Gianfraco Manca in uno scaffale di uno splendido negozio a Londra,non so dire che vino fosse,ricordo solo che la bottiglia era borgognona. Il commesso ha tanto elogiato il Sig.Manca,ed essendo il suo vino posizionato accanto a quelli di Frank Cornelissen non posso che fidarmi! Così navigando su internet mi sono imbattuto in questo bel sito che vedrò di seguire anche in futuro. Sperando nel frattempo di riuscire a trovare e bere una bottiglia di Pane Vino a Bologna!!!
    Complimenti e saluti!
    Marco

  7. angelo salvatore secci scrive:

    gianfranco fa scuola ai vecchi vignaioli pero a nurri si trova ancora il vino genuino in tante case

  8. Daniela @senzapanna scrive:

    Ciao Piero,

    ho bevuto il Survivor a luglio da Mazzo, un posto che ti consiglio quando verrai a Roma.

    E ne ho subito comprato una bottiglia dal mio fornitore di fiducia.

  9. piero scrive:

    Grazie della segnalazione, Daniela. Sorrido perchè io non ho avuto ancora l’opportunità di assaggiarlo!

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di mille battute.


caratteri disponibili


ALTRI ARTICOLI