Archivio della Categoria Canzoni ubriache

Deus & XX Bitter: la birra e la musica più amare del Belgio

19 aprile 2010  |  di Antonio Canu

21-2.jpg

“Avant-grunge”, “art-rock”, “folk, free jazz, punk e noise”, “Capitain Beefheart, Nirvana e Velvet Underground”, “John Coltrane, John Cale e Sonic Youth”, “Frank Zappa che suona con Pavement e Pixies”, “Tom Waits che canta i De La Soul”. Sono solo alcuni dei generi delle definizioni e dei paragoni, peraltro in gran parte azzeccati, che la stampa specializzata scomodò nell’inutile tentativo di definire la musica di “Worst Case Scenario”, disco d’esordio dei Deus, cinque ragazzi di Anversa che misero il Belgio sulla carta geografica del rock alternativo degli anni ’90. (continua…)

Scékinà & Tuvaoes: reggae psichedelico e vermentino di Usini.

8 marzo 2010  |  di Antonio Canu

band.jpg

Cosa sarebbe successo se i Pink Floyd avessero registrato con Augustus Pablo nella stanza dell’echo dello studio di King Tubby? Probabilmente qualcosa di molto simile al reggae psichedelico della lunga e bellissima “Intro” del nuovo cd degli Scékinà. Giunta alla terza prova la band sassarese sembra aver raggiunto la piena maturità ed uno stile che, inglobando molti dei sottogeneri della musica jamaicana, riesce nella difficile impresa dell’originalità. (continua…)

Jim Carrol è volato in cielo. Cazzi degli angeli!

16 settembre 2009  |  di Antonio Canu

jim_carroll.jpgJim Carrol è morto. Un infarto se l’è portato via lo scorso venerdì, ma la notizia è circolata solo ieri. Non so se i dischi di rock’n'roll possano davvero cambiare la vita delle persone. Posso solo dire che a me questo musicista, poeta e scrittore qualcosa dentro, un tempo in cui ero più giovane e più stupido, l’ha cambiata davvero e per sempre. (continua…)

Ijahman Levi: reggae biodinamico

10 settembre 2009  |  di Antonio Canu

haile_i_hymn.jpg

Il più intenso, spirituale, mistico tra i dischi della storia del reggae: “Haile I Hymn”. Il primo disco di Ijahman Levi, uscito nel 1978 per la Island, è il lavoro di un profeta. E pensare che al suo apparire nei negozi di dischi i soliti integralisti, prevalentemente bianchi, del reggae lo snobbarono considerandolo poco “nero”. (continua…)