IL MEJLOGU RACCONTATO DA ANDREA.

12 febbraio 2015  |  di Piero Careddu

http://www.vitivinicolaledda.com/site/vini/

DIARIO DI UN POMERIGGIO TRA VIGNE, VULCANI E BOTTIGLIE DI ANDREA LEDDA

Il Mejlogu è quel pezzo di Sardegna dove si trovano i miei paesaggi preferiti.  Immensi spazi liberi da cemento e razza umana,  con colline e altopiani che formano disegni struggenti e pieni di colori durante tutto l’arco dell’anno, seppur con accenti diversi. Il Mejlogu è anche gente legata alla terra e al lavoro. Eccellenze di pani e formaggi e una tradizione di lavorazione della vite e del vino che si perde nel tempo. Il Mejlogu è anche Bonnanaro con la sua arcaica tradizione vitivinicola che si sta estinguendo. Solo fino a pochi decenni fa i suoi vermentini erano stati i primi a ricevere premi fuori dall’Isola e la superfice vitata sommava più di mille ettari. Oggi è rimasto forse un ventesimo di quella immensa massa di uva di qualità. Tra i resistenti all’autoestinzione c’è Andrea Ledda, un imprenditore di successo nel settore dell’arredamento, che non può essere mescolato con l’esercito dei parvenus del vino, quelli che si sono scoperti vignerons da un giorno all’altro. Andrea il vino lo ha vissuto fin da ragazzino e basta assaggiare anche una sola delle sue creature, seguite tecnicamente dal Dottor Angelo Angioi, per cogliere come la memoria e il ricordo hanno contribuito alla creazione di vini capaci di raccontare una storia, una famiglia, un paese. Tre vigneti disposti a triangolo tra il fondo valle, le pendici del Monte Santu e quello a 700 metri, una delle vigne più ad alta quota della Sardegna, sul cratere del vulcano spento Pèlao. I vitigni che concorrono alla realizzazione delle bottiglie della Cantina Ledda sono Vermentino, Cannonau, Muristellu e Moscato e la scommessa non è solo quella di fare grandi vini ma di far rifiorire un paese e una popolazione con la loro cultura millenaria.  Oggi Martedì 10 Febbraio 2015 alle 17,30 ho assaggiato con Andrea Ledda e con il Responsabile Commerciale dell’Azienda  Dott. Andrea Pericu questi campioni:

VERMENTINO DI SARDEGNA “ACERO” 2014
Direttamente dal contenitore d’acciaio. Residui fisiologici di anidride carbonica. Giallo citrino pieno e brillante. All’olfatto vinoso e carico di frutta acerba. Palato fresco e di grande impatto aromatico. Già percepibile una struttura importante. Vermentino dal futuro radioso.
VERMENTINO DI SARDEGNA “ACERO” 2013
Giallo fieno, limpido e brillante con buona densità. Naso ricco e varietale con il frutto in primo piano in espressione matura; ginestra e brezza marina iodata a impreziosire un bouquet ampio e lungo.  Palato largo e avvolgente con le note gliceriche che si abbracciano armonicamente con la freschezza  sapida. Sensazioni retronasali che rimandano all’esame olfattivo chiudendo l’assaggio con una lunga persistenza aromatica.
VERMENTINO DI SARDEGNA “ACERO” 2012
Giallo topazio lucido e viscoso. Naso ampio e sfaccettato con sensazioni di aromi evoluti che rimandano a ricordi di zafferano e fiori di camomilla. Felce e altri sentori di clorofilla arricchiscono un corredo olfattivo sorprendente. In bocca grasso e voluttuoso si insinua con consistenza di lana nobile. L’acidità residua e discreta, è sufficiente con i sali minerali a creare armonia per un vino che ha ancora diversi anni di crescita organolettica davanti a se. Testimonianza vivente delle capacità di invecchiamento del vermentino che vado sostenendo da svariati anni.
CANNONAU DI SARDEGNA “MOGANO”  2012
Rosso cupo e profondo con riflessi scarlatti e importante densità. Corredo olfattivo ampio e finezza tipica dei cannonau allevati a bassa quota. Su un tappeto di suggestioni di campagna, con note erbacee discrete e piacevoli, si sviluppa un corredo di profumi speziati e di fiori secchi da cassetto. In bocca esprime una certa forza, non muscolare ma decisa,  con una trama di lana pregiata. Il palato viene avvolto da un primo susseguirsi di note morbide e astringenti che formano in tempi brevi un insieme  di sapido equilibrio balsamico che richiama il sorso successivo. Lunghezza aromatica e corrispondenza retrolfattiva chiudono l’assaggio di un cannonau pronto e stimolante.
“EBANO”  2011 I.g.t.  Isola dei Nuraghi.
Da un incontro alla pari tra Cannonau e Muristellu (Bovale sardo) nasce questo vino dal cromatismo rosso amaranto, dai riflessi marascati e lucidi. Densità quasi viscosa. Un naso importante con cenni di complessità che fanno capolino dalle prime olfazioni. Confettura di prugne e melograno dalle quali partono suggestioni di spezie, tabacco da pipa e cioccolato bianco. In bocca corpo e larghezza si insinuano lentamente con una trama setosa e virile allo stesso tempo. Calore alcoolico che media con cenni di acidità residua e tannini già rotondi e quasi carezzevoli. Una persistenza aromatica notevole e un retrolfatto che richiama al frutto e alle note speziate conclude l’assaggio di quello che potrebbe essere considerato l’ammiraglia dell’Azienda per struttura, carattere ed importanza.
MOSCATO sperimentale, senza etichetta.
Ancora un assaggio di portata sorprendente. Un moscato giallo topazio, limpido e oleoso. Naso sontuoso con tutto l’armamentario aromatico del moscato sardo: frutta secca, origano, fiore di cappero, cannella, miele, margherite da camomilla, candele steariche e mineralità. In bocca risultà grasso e di dolcezza non stucchevole con spalla acida di sostegno e una sapidità insolita per un moscato dei nostri. Persistenza aromatica interminabile e richiesta da parte del palato di cibi sapidi e di forte saporosità.

1 Commento a “IL MEJLOGU RACCONTATO DA ANDREA.”

  1. Anna Maria scrive:

    Il mio scrittore di vino preferito! Complimenti ancora una volta Piero! E speriamo che questo meraviglioso territorio che è il Meilogu, così ricco e vario, così duro e dolce, così pregno di storie di uomini e luoghi, sia sempre più conosciuto e valorizzato.

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