Tzeraccos forever. Noi sardi ieri e oggi

1 aprile 2009  |  di Piero Careddu

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Dell’inclinazione tutta sarda alla servitù permanente. E’ passato poco più di un mese e mezzo dall’ “esplosione” del caso Bernardo, il sommelier campione del mondo che sporcò l’immagine della Sardegna vinicola in un suo libro sui vini del Mediterraneo. Dopo il lavoro di Epulae e del collega Angelo Concas, prendemmo anche noi di Taribari una posizione netta e dura. Oltre agli scritti e ai commenti ci preoccupammo di mandare una mail informativa a tutti I produttori, associazioni di categoria e I vari enti di tutela. Ebbene, a parte le singole e isolate prese di posizione, la colonna sonora che ha fatto seguito a questa vicenda è stata un assordante silenzio. Nessuno, o quasi, che si sia preoccupato di creare una qualche situazione di protesta o almeno di difesa dell’immagine del nostro vino. E’ una storia vecchia di millenni: l’inclinazione ad essere colonizzati e maltrattati dagli invasori di turno ce l’abbiamo nel nostro codice genetico e ne facciamo, finanche di recente, generosa mostra!  Senza dubbio il silenzio più imbarazzante e carico di inquietudine è quello targato AIS Sardegna: non ci aspettavamo, nè la cosa ci appassionava, una proposta di espulsione del Bernardo dall’associazione, ma almeno un cenno di contributo al dibattito…
E’ vero che da queste pagine siamo stati, e lo saremo ancora, durissimi nei confronti della conduzione nazionale dell’ associazione  dei sommeliers ma è altrettanto vero che abbiamo sempre mantenuto intatti, pur non lesinando critiche, rispetto e stima verso i nostri ex compagni di viaggio della dirigenza sarda. Questo avere ignorato la nostra denuncia, che tanto odora di provinciale difesa dell’indifendibile, è in realtà un ulteriore insulto al mondo della vitivinicoltura della Sardegna…  Cari dirigenti regionali dell’Associazione Italiana Sommeliers come è vero che, almemo per ora, ci avete profondamente deluso sappiate che siete ancora  in tempo a dirci cosa pensate della vicenda e a riprendere a svolgere uno dei vostri compiti: la difesa dell’identità e dell’immagine del nostro vino. Il maestro di tutti noi, il grande e indimenticato Ernesto Collu, sarebbe già montato su un immagimario destriero bianco e armato di spada sarebbe partito a tagliare le teste dei nostri sciocchi detrattori. Peccato per l’ AIS, per I produttori, I consorzi di tutela; era un’occasione per tirare fuori gli attributi e urlare al mondo che uniti siamo una grande forza. Noi ci abbiamo provato e, nella peggiore delle ipotesi, continueremo a fare le nostre denuncie, a smascherare i cialtroni e, come diceva Guccini… “a culo tutto il resto”.

4 Commenti a “Tzeraccos forever. Noi sardi ieri e oggi”

  1. Salvatore scrive:

    GRAZIE ALMENO VOI NON CI ABBANDONATE.IO PERSONALMENTE HO PROVATO A FARE QUALCOSA, CHE PERO’ RIMANE UNA MOSCA BIANCA.UNO DA SOLO VALE SOLO PER UNO NON VARRA’ MAI COME UN GRUPPO DI FANTASMI. GRAZIE ANCORA A PIERO E TARIBARI E!! “A CULO TUTTO IL RESTO”
    SALVATORE CHERCHI

  2. Alessandro Dettori scrive:

    Ciao Piero ciao Tore, mi ero ripromesso dopo il Vinitaly di iniziare … a fare qualcosa.
    Ho pensato che noi produttori da soli non riusciremmo mai a sederci ad un tavolo a meno che non ci convochi una persona super partes (come te ad esempio caro Piero). Abbiamo più volte dimostrato di essere invidiosi e supponenti.
    Questo è un appello che ti faccio. Riuniscici.
    Alessandro Dettori

    P.S. quando vieni a trovarmi pezzo di m.?

  3. piero scrive:

    Alessandro ti cerco da diversi giorni. Sei irraggiungibile sui telefoni e ho bisogno di te… Chiama per favore!

  4. Nicola Perra scrive:

    Ciao a tutti.
    Ho letto con attenzione l’articolo di E. Bernardo riportato da Piero e ho pensato se dire la mia, più e più volte, in quanto quello del vino è il mio mondo ma solo da appassionato (anche se ne porto geneticamente l’eredità da generazioni di produttori vitivinicoli).
    A mio modesto avviso, non si deve dare troppa importanza alla recensione di un sommelier, seppur campione del mondo: se mostra evidenti carenze conoscitive sul mondo vitivinicolo sardo è un problema suo e tali carenze lo portano a fare esternazioni superficiali e non congrue con la realtà sarda e con la preparazione che gli si richiederebbe di avere in questo campo.
    In altre parole, non bastano le parole di un campione del mondo a minare l’intero panorama vitivinicolo di una regione, con una storia tale come quella della Sardegna.
    Buona Pasqua a tutti!

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