Birrificio GattArancio: birra per passione

21 gennaio 2016  |  di Fabio Piredda

Qualche settimana fa in un piacevolissimo e caldo week-end cagliaritano ho avuto l’occasione di visitare uno degli ultimi birrifici aperti in Sardegna: il “Birrificio GattArancio”. Non si tratta di un birrificio che produce per rivenditori. Al contrario tutta la sua produzione è interna a una splendida birreria, ed è finalizzata esclusivamente al consumo interno a essa. Questo tipo di attività, nel gergo brassicolo nota col termine “brewpub”, sta pian piano crescendo nell’isola e consta oggi di 4 progetti di questo genere: uno a Sant’Antioco, il “Birrificio Rubiu”; uno a Nuoro, “Brewpub Trulla”; due a Cagliari, il “Birrificio di Cagliari” e, per l’appunto, il “Birrificio GattArancio”. Il titolare è lo stesso Damiano Oghittu che con suo fratello Luca dal lontano 1984 gestisce con grandi soddisfazioni la frequentatissima “Birroteca al Merlo Parlante”, ormai vera e propria istituzione a Cagliari in cui gli appassionati avventori hanno la possibilità di assaggiare decine e decine di birre di grande livello sia alla spina che in bottiglia. A diversi anni dall’apertura del Merlo Parlante, tutt’oggi in splendida forma, la voglia di nuovi stimoli ha portato Damiano a credere in un locale profondamente diverso che autoproducesse la sua birra ma che al contempo annoverasse un certo numero di etichette “esterne” al fine di generare un’offerta di primissimo ordine.

a sinistra Alessio Frau (birraio), a destra Damiano Oghittu (titolare)

La collaborazione col birraio Alessio Frau, già noto nell’ambiente brassicolo per la sua militanza nella associazione culturale “I Custodi Della Birra”, ha dato vita a una linea produttiva molto interessante ma non solo; ha creato all’interno della struttura una sinergia di grande efficacia che si traduce in molto di ciò che viene fatto quotidianamente: dalla produzione al servizio della birra, dalla cura del ricevimento dei clienti al rapporto creato con loro una volta seduti al tavolo… Non ho ovviamente avuto modo di assaggiare tutte le birre ma quelle che ho provato si sono rivelate davvero ben fatte e in alcuni casi piuttosto fruibili nonostante una costruzione delle ricette non sempre allineata ai canonici parametri che ogni stile di riferimento prevedrebbe. La birra portabandiera della casa è la “Samer Pils”. Lo dico in poche parole: una delle pilsner più buone, fresche e soddisfacenti che abbia bevuto negli ultimi anni. Sia Alessio che Damiano non nascondono tutta la loro soddisfazione quando parlano di questa birra. Non che alle altre siano meno affezionati, ma questa pils incarna a loro dire l’essenza dell’idea produttiva su cui poggia il progetto in cui si sono imbarcati. Un’idea basata sul concetto che in un mondo che ha virato sulle luppolature estreme e su quelle che il maestro Kuaska definisce “Birre Luna Park”, sia arrivato il momento di puntare sulla semplicità. Più facilità di beva che contemplazione insomma; ma anche più sostanza e meno ricami. La “Samer Pils” è una birra essenziale, dall’immensa fluidità beverina fresca, erbacea, dissetante. Davvero ottima. Io e questa birra ci siamo incontrati appena arrivato al locale di sabato sera tardi. Ne ho chiesto una mezza pinta pensando poi di provare qualcos’altro. Ma mentre ammiravo lo stupendo impianto a vista e studiavo l’atmosfera e le scelte degli arredi mi sono reso conto di aver vuotato il bicchiere in un amen e non ho potuto fare a meno di ordinarne una pinta intera per goderne ancora l’incommensurabile semplicità. La sera successiva, di domenica, ecco che mi ripresento al locale per quella che fin dall’inizio sarebbe dovuta essere la visita vera e propria. Alcune care amiche cagliaritane fanno compagnia a me e alla mia dolce metà in una cena che mi ha ulteriormente chiarito un aspetto che la sera prima avevo colpevolmente sottovalutato. Scopro infatti che il Birrificio Gattarancio è anche e soprattutto un ottimo ristorante. Stinco di maiale servito con patate al forno tagliate a spicchi grossi e con la buccia, cotto a puntino con la robusta “Bach Bock”, birra dalla stupenda tendenza maltata “invernale” e dal finale di pregevole capacità sgrassante. Saporito Chili a base di fagioli neri, ben speziato e servito su un tappeto di riso basmati. Ottimo couscous di verdure, succulente bistecche di grossa pezzatura dalle ramificate venature di grasso, patate fritte fresche tagliate a foglia o a bastoncino croccanti e asciuttissime, salse tutte rigorosamente preparate dallo chef… Frattanto ho potuto assaggiare la cupa “Frò Schwarzbier” (notevole) e la curiosa “Upupa”, birra a bassa fermentazione difficilmente catalogabile dal punto di vista stilistico, a base di malto inglese e luppolo tedesco. Della gamma di casa fanno parte anche la “Rose Saison” e la “Kedè Weizen” che non ho avuto modo di assaggiare. Anche fra le birre ospiti la qualità è molto alta. Fra le tante la “Speed” della “P3 Brewing Company” di Sassari alla spina e diverse etichette in bottiglia, sia italiane, da birrifici come “CR/AK”, “Hammer”, “Cane di Guerra”; sia estere, da “Flying Dog”, “Buxton”, “Brewdog”, “Mikkeller”… A completare lo splendido quadro una varietà non indifferente di distillati di alto livello, con grappe, whisky, rum e tanto altro… Insomma, in questo locale la buona birra non manca e il buon cibo nemmeno. Ma quello che ho portato a casa al mio ritorno è soprattutto il tangibile sentimento di amore e passione per il proprio lavoro che anima Damiano, Alessio e il resto del competente staff. Sentimento che, a maggior ragione oggi, in una Italia della piccola imprenditoria falcidiata dalla crisi economica e da una pressione fiscale che non conosce vergogna e paragoni, è cosa sempre più rara e, per questo, sempre più degna di stima e ammirazione…

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di mille battute.


caratteri disponibili


ALTRI ARTICOLI