incantevole encant

17 gennaio 2014  |  di Piero Careddu

L’Impossibilità, come il Vino
Eccita l’Uomo che l’assapora;
La Possibilità è insipida
Aggiungi una pur pallida
Traccia di Rischio
E nel Sorso di prima
Un incantesimo produce l’ingrediente
Certo come una Condanna

Emily Dickinson

Il Cannonau è il Cannonau e la Sardegna è tante cose. Queste ovvietà le scrivo per ricordare che dove metti questo vitigno, sia collina, altipiano o riva di mare e se c’è dietro testa e cuore, lui è capace di slanci e abbracci avvolgenti. Si fanno amare i Nepente olianesi con la loro forza primordiale, conquistano i cannonau della Romangia con calore e finezza, quelli Ogliastrini profumano dell’incontro tra collina e Tirreno. C’è poi il mondo ancora poco esplorato, e spesso preso d’assalto dai luoghi comuni del pressapochismo, che appartiene ai cannonau “di mare”, quelli prodotti dalle vigne a poche centinaia di metri da una battigia. Vini spesso fatti passare, da certa critica ingabbiata negli schemi del mercato, per cannonau di serie B. Perché l’immaginario collettivo pensa il cannonau principalmente come potenza alcoolica dal corpo prepotente mentre dovrebbe finalmente passare il concetto che il vino è quello che decidono terreno, clima ed esposizione al netto del lavoro dell’uomo.

ENCANT 2012 – Cannonau di Sardegna doc
Azienda Agricola Antonella Ledà d’Ittiri – Alghero

Dal catalogo di Annamaria mancava un Cannonau ed ecco Encant. Uscito in sordina, senza schiamazzi ne lanci in grande stile, al punto che io lo sono venuto a sapere da un comune conoscente. Lei è così: fa il vino prima di tutto come piace a lei e poi tutto il resto è altra storia. Le vigne dell’ Azienda Agricola Ledà d’Ittiri si distendono in una assolata pianura ai piedi del Monte Doglia a poche migliaia di metri, in linea d’aria, dall’aeroporto di Fertilia. Il mare è li a minuti d’automobile, ne respiri l’aria iodata a seconda dei venti e le uve innamorano con questi soffi salmastri che le avvolgono. In questo clima ideale Annamaria alleva Cagnulari, Vermentino e Cannonau con Cabernet e Merlot con risultati che hanno messo con le spalle al muro persino personaggi come me che non sono esattamente dei tifosi del vitigno internazionale in Sardegna. Ma qua si parla di Encant e del nostro amato Cannonau. Nella trasparenza del calice vediamo un rosso pieno, lucido e denso. Il naso è pulizia ed eleganza. Su una base di ciliegie sotto spirito e susine mature si sviluppa un bouquet di fiori tra cui emergono rose selvatiche e viole. Chiude l’indagine olfattiva un emergere deciso di spezie con pepe nero e garofano in primo piano. In bocca freschezza e sapidità sono protagoniste e allo stesso tempo antagoniste di una carica alcoolica importante ma già perfettamente in equilibrio nella struttura generale. Lunga la persistenza al palato con un retroolfatto che ripropone il frutto in tutta la sua pienezza. Un vino già pronto ma da risentire dopo l’estate quando questi altri pochi mesi di permanenza in bottiglia ci riserveranno a mio parere altre belle sorprese. A tavola con salame artigianale, formaggi di media stagionatura, zuppe di legumi piccanti, tonno e anguille alla brace.

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