ALTEA BIANCO. NASCO vero

27 dicembre 2011  |  di Piero Careddu

IL BIANCO DI UNA DELLE POCHE REALTA’ SARDE DI VITICOLTURA vera

Alla mia età e in un momento dove c’è poco da sorridere, quando mi capita tra le mani una bottiglia di un vino vero e buono (vorrei ricordare soprattutto ai detrattori che sono cosciente che  non tutti i vini naturali sono buoni) per me è un momento di festa. Si tratta di una festa interiore, solitaria e personale nella quale mi accingo con emozione ad esplorare quel linguaggio e quelle sfumature che solo un vino “vero” e senza manomissioni riesce a trasmettermi. Ed eccomi davanti ad ALTEA BIANCO 2010 igt Sibiola dell’Azienda Agricola ALTEA-ILLOTTO di Serdiana. Una realtà produttiva nata nel 1992 dalle menti coraggiose di Adele Illotto e Maurizio Altea. Perchè coraggiose? Perchè in Sardegna arriva tutto con un decennio di ritardo ed è per questo che la presenza dell’agricoltura naturale è ancora troppo e drammaticamente marginale. Perciò non mi riesce difficile definire eroici personaggi come Gianfranco Manca, i Dettori di Sennori e gli Altea-Illotto dei quali trattiamo oggi. L’Altea Bianco nasce da agricoltura biologica certificata con una composizione di uve prevalentemente Nasco e una piccola ma gustativamente determinante aggiunta di vermentino. Il Nasco, uva sarda periodicamente ad un passo dall’estinzione, è stata utilizzata negli unltimi decenni per produrre importanti vini da fine pasto, al punto da farci dimenticare che riesce a trasmettere la sua vera forza e potenza soprattutto  nella versione secca, quando potrebbe gareggiare senza complessi d’inferiorità con certi Xeres giovani.
ALTEA BIANCO 2010 Igt Sibiola

L’assaggio di oggi 24 dicembre 2011 alle ore 12,15 in buone condizioni di luce mi ha dato un vino di colore giallo topazio ricco di riflessi e luminosità con un densità importante. Il naso risulta di grande complessità quando la temperatura di servizio sale. Sconsiglio vivamente di consumare questo vino sotto i 13/14°. Il primo impatto olfattivo è di grande freschezza iodata come se un forte colpo di un levante salino voglia fare da introduzione a tutto un ampio corredo di sensazioni fruttate/vegetali che vanno dal fiore del pesco alla mandorla passando per suggestioni minerali di roccia che me lo hanno accostato a certi bianchi della Loira. anch’essi da agricoltura naturale, assaggiati un paio d’anni fa. In bocca dimostra la natura prorompente del Nasco con un ingresso largo e allo stesso tempo di grande eleganza. Acidità e sali in perfetto equilibrio con un impianto glicerico tipico del vitigno. Un vino che trasmette già messggi di armonia facendoti però pensare che il bello arriverà nei prossimi due anni. Che dire? Alla faccia di chi sostiene che usare lieviti naturali e poche pratiche di cantina dà vini squilibrati. Credo che questo Altea Bianco sia una delle migliori risposte.
A tavola con primi piatti di mare piccanti e ricchi di aromi , zuppe di pesce, agnello in umido al finocchietto, formaggi di media stagionatura. I produttori lo consigliano anche come aperitivo ma francamente lo troverei sprecato preferendolo accostato a piatti del suo stesso livello.

ALTEA-ILLOTTO  – Via Don Minzoni, 12 – SERDIANA (CA)  http://www.alteaillotto.it/

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di mille battute.


caratteri disponibili


ALTRI ARTICOLI