GRUCCIONE, CHAMPAGNE E PALESTINA

29 dicembre 2015  |  di Piero Careddu

BREVE RACCONTO DI UNA SERATA PIENA DI SORPRESE E MAGIE INCROCIATE

Oggi si usa dire, per esprimere apprezzamento di un qualche bel luogo, che è un posto magico. Poi vai a vedere e scopri che questa presunta magia è attribuita a patinati hotels a cinque stelle, quasi sempre sul mare e con un’approccio all’ospitalità che di magico e vero ha molto poco e che, nella realtà, sono solo fabbriche di sprechi e inquinamento. L’Antica Dimora del Gruccione magica lo è sul serio, se per magia si intende un’idea di accoglienza profondamente permeata di cultura del territorio, amore per la memoria e larga apertura all’intero mondo circostante

. Io posso solo accennare in maniera incompleta alla bellezza della struttura, agli arredi di una informalità elegantissima, all’energia generale che emana il tutto in ogni suo angolo e alla solarità di Gabriella e Lucilla, colonne portanti del progetto. Ma i miei cenni non potrebbero rendere l’idea neanche per metà: andateci per capire come ci si può trovare in poco tempo in una dimensione senza tempo. Quello di cui vorrei in realtà far cenno, sapendo di far felici i miei sodali Giovanna Bonu e Antonio Canu, è un toccante momento della cena alla quale ho partecipato subito dopo il Natale appena trascorso. Momento che ha rappresentato l’apice di una serata all’insegna dello scambio e della buona convivenza. Mi trovavo per la prima volta all’Antica Dimora del Gruccione, dopo averne sentito parlare per anni, in occasione di una degustazione di champagnes d’autore. Miei compagni di viaggio Gabriele Piga, Giovanni Fancello, Stefano Resmini. Dopo gli assaggi , sapientemente pilotati da Marco Delugas, ci siamo seduti in una lunga tavolata per godere della cena preparata dalla giovane e già brava Sara Congiu. Accavallarsi di chiacchiere, considerazioni profonde e piacevoli frivolezze fino a che Lucilla ha dichiarato il suo amore sconfinato per la Palestina e per la causa del suo martoriato popolo ma, soprattutto, del periodo felice trascorso in quella terra.

Uno degli ospiti della serata era un giovane enologo di Solarussa, Daniele Carboni, anch’egli reduce da un lungo soggiorno in Palestina. Fin qui tutto parrebbe nella norma: due persone che hanno condiviso un ‘esperienza di viaggio si incontrano casualmente e, dopo aver superato il primo momento di sorpresa, si raccontano le rispettive emozioni vissute in quei momenti.  L’ “eccezionalità” che ci ha coinvolto, e un po’ commosso tutti, è scattata nel momento in cui Lucilla è sparita per qualche minuto, per tornare con una bottiglia di vino sconosciuta a quasi tutto il resto della tavolata. Si trattava di Cremisan – Star of Bethlehem, vino prodotto in pieno territorio Palestinese la cui produzione è resa oggi quasi impossibile dal passaggio del famigerato muro dell’odio,  che ha creato quella prigione a cielo aperto che tutti conosciamo. Siamo rimasti tutti piacevolmente impietriti quando Daniele ha riconosciuto in quella bottiglia il “suo” vino: proprio così, Daniele aveva lavorato per parecchio tempo per quell’azienda e quell’annata era proprio una delle sue. Vi lascio solo immaginare l’emozione generale nell’essere coinvolti nell’incontro e poi nel brindare tutti insieme con Star of Bethlehem, vino di incontro e di pace. A molti chilometri dalla Palestina e all’indomani del Natale, all’Antica Dimora del Gruccione a Santu Lussurgiu, si è vissuto un momento che credo rimarrà nei cuori di tutti i presenti a quella cena.

ANTICA DIMORA DEL GRUCCIONE

Via Michele Obinu, 31, Santu Lussurgiu OR

Telefono:0783 552035

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