L’AMI GEORGES: TRADIZIONE CHE VINCE

14 gennaio 2015  |  di Yohanka Alfonso Contreras

IL NOSTRO AGENTE SEGRETO CUBANO YOHAKA IN MISSIONE A PARIGI.

L’AMI GEORGES RESTAURANT

  • 5 rue Quatre Septembre
    Métro Bourse ou Quatre Septembre
    75002 Parigi
    Francia

    Bourse, Opéra, 2ème

  • Numero di telefono+33 1 42 97 48 80

Scoprire un posto senza aver avuto prima dei suggerimenti è sicuramente una delle soddisfazioni più belle che si possono provare. Questa è la narrazione della nostra ultima scoperta e sarà d’utilità per chi deciderà di farsi una scappata a Parigi.

Passeggiando per le stradine dietro l’imponente palazzo dell’Opera che ospita l’Academie Nationale de Musique, un teatro situato nel IX arrondissement di Parigi, cercavamo un posto fuori del circuito turistico dove mangiare qualcosa. In ogni isolato della città abbondano i ristoranti tipo bistrò, i bar e soprattutto le infinite catene di fastfood internazionali e francesi.

Essendo una persona curiosa, prima d’arrivare a Parigi avevo cercato qualche suggerimento al riguardo, ma a dire il vero una volta lì, in una città così enorme da percorrere in tempi stretti, non ci sofferma  alla  ricerca di quello letto prima, gli indirizzi  e tutt’altro, si tende piuttosto a stillare un percorso d’interesse e avere la prontezza di distinguere a naso il luogo ambito per l’occhio e il nostro palato gastronomico.

Ci affacciamo sulla rue du Quatre Septembre in direzione Place de la Bourse e dopo varie fermate per leggere i menù che offrivano diversi ristorantini, ci attira L’Ami Georges che lascia vedere attraverso i vetri  una signora dietro un grande bancone vecchia maniera mentre preparava il caffè con una di quelle macchine grandi ed improbabili di una volta. Ci avviciniamo per capire cosa c’era scritto col gessetto sul piccolo schermo nero appeso e subito decidiamo di accettare l’invito a sederci davanti a uno dei tavolini allestiti nell’elegante semplicità che traspare dal datato arredamento.

Abbiamo subito comunicato la nostra intenzione di assaporare la cucina tradizionale, tutto rigorosamente “maison d’fait”, quindi fresco e fatto in casa. Gentilissimo e paziente il padrone di casa che ci ha fornito e descritto in dettagli due piatti della genuina memoria francese: Soupe à l’oignon e l’Os a moelle. Il primo, la più conosciuta zuppa di cipolle era veramente squisita, niente a che vedere con quelle proposte in altri ristoranti nei menu turistici. Un piatto servito nel suo contenitore di coccio che ci ha conquistato appena dallo sguardo e il profumo, pochi ingredienti giusti. Quello che però ci ha conquistato e sorpreso è stato un totale sconosciuto propostoci dal gestore, l’os a moelle. Una pietanza speciale dell’antica tradizione francese, un po’ azzardata da proporre ai turisti poiché si tratta del midollo cotto nelle proprie ossa, in particolare nel taglio perpendicolare dello stinco di manzo. Si mangia il contenuto all’interno cioè il midollo cotto al forno dentro le fette d’ossa alte più o meno 5-6 cm.

Questa sostanza cremosa nascosta dentro è davvero deliziosa ed è un alimento eccezionale, ad alto contenuto calorico, ricco di grassi e proteine. Una prelibatezza mangiata dai nostri antenati preistorici, che la estraevano dalle carcasse fracassando le ossa con le pietre.

L’os a moelle viene servito accompagnato da un piccolo contenitore con del sale grosso, una salsa alle erbe e crostini di pane campagnolo.

Una vera scoperta questo piatto molto richiesto per i clienti de L’Ami Georges, dai quali ho presso spunti per degustarlo come usanza vuole, qualche chicco di sale, un po’ di salsa, poi sopra il pane…e via!

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