QUANDO LA BIRRA ARTIGIANALE DIVENTA TERRITORIO

28 dicembre 2014  |  di Piero Careddu

L’APPARIZIONE DI PROBIRRA, LA BIRRA ARTIGIANALE REALIZZATA CON MATERIE PRIME AUTOCTONE DAL BIRRIFICIO  LARA E DAL DIPARTIMENTO DI AGRARIA DELL’UNIVERSITA’ DI SASSARI.

www.birralara.it

La cultura e il consumo della birra artigianale si stanno talmente radicando, in questa nostra fetta di mondo, che non possono più destare sospetti di moda frivola e di passaggio.  Anche da parte dei più ortodossi appassionati e cultori del vino è ormai consolidata la consapevolezza che una buona birra di qualità  può trovare spazio a tavola con pari dignità e ampio ventaglio di abbinamenti e armonie. L’unico dato che ancora faceva pendere l’ago della bilancia dalla parte del vino era l’aspetto della tipicità e del legame al territorio di produzione: è vero infatti che, fino alla concretizzazione degli studi e degli esperimenti di cui sto per parlarvi, le materie prime per la produzione di birre di qualità, nella fattispecie malti e luppoli, erano di provenienza remota, spesso extracontinentale. Gli unici ingredienti che alla fine della fiera facevano la differenza erano l’acqua e il gusto personale del mastro birraio.  Ho scritto era, faceva, è stato, perché in questi ultimi mesi è successo qualcosa di talmente importante in materia di cultura birraia, da aver creato un vero e proprio spartiacque e una nuova attualità delle tematiche produttive e di gusto. Dobbiamo tutto questo faticoso  percorso  all’entusiasmo e alla passione dello staff di  Marilena Budroni, professore associato del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari che, con un coraggioso quanto ambizioso progetto scientifico e in sinergia col Birrificio Agricolo Lara di Tertenìa, ha dimostrato che oggi si può produrre una birra artigianale capace, esattamente come il vino, di interpretare e raccontare un territorio e la sua storia. In realtà il merito del successo di un’operazione, molto più complessa di quanto sia possibile descrivere in poche righe, va attribuito a un dispiegamento di forze fatto di molte altre figure professionali e, soprattutto, dal prezioso contributo di molti giovani ricercatori che hanno colto l’opportunità di fare formazione lavorando in equipe.  La presentazione al mondo degli appassionati e dei curiosi  è avvenuta il tre dicembre scorso presso l’Aula Magna del Dipartimento, all’interno di un affollatissimo Workshop durante il quale, alla fine di una lunga serie di qualificati interventi, è stato possibile assaggiare la nuova creatura. Per arrivare al risultato, a detta di Marilena ancora in fase di perfezionamento, si è passati attraverso tre momenti fondamentali: la selezione varietale di luppoli e malti coltivati in comune di Sassari e di Tertenìa, la caratterizzazione analitica di entrambe le materie prime e la valutazione della loro attitudine alla trasformazione in malto e, per finire, la selezione di lieviti autoctoni più adatti alla produzione della tipologia di birra ipotizzata e pensata in fase di progettazione. Non si può non sottolineare, riguardo a quest’ultimo passaggio, la scelta rivoluzionaria di utilizzare lieviti che vengono solitamente usati per la panificazione. I caratteri organolettici conferiti dai questi microrganismi, unitamente all’apporto aromatico del malto autoctono, hanno dato vita ad una birra che unisce ad una spiccata e complessa personalità, una facilità di beva che la rende adatta ad ogni fascia di pubblico: dall’esperto appassionato al consumatore più giovane e meno preparato che avverte l’esigenza di allontanarsi dalle pessime birre industriali che affollano il mercato.

PROBIRRA
Birra Artigianale prodotta dalla collaborazione del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari col Birrificio Agricolo LARA di Tertenìa (Ogliastra). Assaggio del 28.12.2014.

L’assaggio mi ha posto di fronte ad una birra di colore giallo oro nuovo di ottima lucentezza, pur con la fisiologica opalescenza conferita dalla tipologia dei lieviti. Schiuma presente di colore bianco avorio, compatta e stabile. Il naso, notevolmente più ricco rispetto al primo assaggio di un mese fa,  trasmette eleganti suggestioni di agrumi in fase di maturazione su una base di sensazioni di panificio. Elegante florealità di fiori bianchi primaverili e lavanda. Arricchisce l’esame degli odori, con l’aiuto dell’ossigenazione nel bicchiere, un lento affiorare di note speziate che impreziosiscono il corredo olfattivo. In bocca risulta piacevolmente larga e morbida con poche note amarognole ben sostituite, nella formazione dell’equilibrio, da un buon supporto acido e di importante sapidità. Anche al palato si ritrovano, in fase di deglutizione, le note di crosta di pane che sono senza ombra di dubbio la parte più evidente della complessa personalità di questa birra. La morbida rotondità consente di collocarla a tavola con cibi e piatti di grande saporosità: dalle zuppe di pesce con importanti note agliacee e di piccante, paste ripiene con presenza di funghi e carciofi,  carni in umido con presenza di erbe aromatiche, formaggi sapidi e di stagionatura medio-lunga.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di mille battute.


caratteri disponibili


ALTRI ARTICOLI