Marduk, il primo birrificio agricolo di Sardegna

1 dicembre 2014  |  di Fabio Piredda

Parliamo con Mauro Loddo, mastro birraio del giovane Birrificio Marduk di Irgoli, di cui è anche co-fondatore insieme al socio Giuseppe Murru. Dopo le esperienze nell’arte dell’homebrewing e la grande voglia di sviluppare un serio progetto professionale che fosse imprescindibilmente legato alla birra artigianale,  ecco la nascita di un vero e proprio birrificio coi fiocchi, che rispetto ad altre realtà birraie isolane, ha una cifra stilistica assai legata al territorio…

www.birrificiomarduk.com

- TARIBARI:  Mauro, cominciamo dal principio. Parlaci della vostra storia. Cosa facevate prima di imbarcarvi in questa avventura, e quali sono stati gli elementi decisivi che vi hanno portato a questa scelta professionale?

- MAURO: Prima di avventurarci in questo fantastico lavoro, io lavoravo nel settore della ristorazione, principalmente bar, pub, birrerie e hotel, mentre il mio socio (Giuseppe) lavorava nel settore alimentare (salumeria). Proprio durante lo svolgimento di questi lavori abbiamo trovato la passione che ci accomunava: la birra! Iniziando il nostro percorso da homebrewer dal 2007 capimmo che il nostro futuro era nel mondo brassicolo

- TARIBARI:  Sappiamo che il vostro birrificio ha una forte caratterizzazione territoriale, e che per questo, a differenza di tutti gli altri birrifici sardi è inquadrato fiscalmente in maniera un diversa. Puoi spiegarci meglio?

- MAURO: Siamo un birrificio agricolo, che si differenzia da uno artigianale perché produciamo le materie prime direttamente in azienda, dall’orzo che poi portiamo a maltare in una malteria ad Ancona di cui siamo soci, al luppolo che lo coltiviamo ormai da più di 5 anni. Essendo dunque un’azienda agricola dobbiamo necessariamente utilizzare almeno il 51% di materia prima coltivata da noi, ad oggi siamo oltre l’80%

- TARIBARI: Quante e quali sono le birre che produce il birrificio?

- MAURO: Per il momento sono 4, una Pilsner stile boemo, una Altbier, una Pale Ale e una IPA

- TARIBARI:  Il movimento birraio sardo negli ultimi 10 anni si è parecchio trasformato. A oggi fra birrifici, brew firm e brewpub abbiamo circa 25 realtà birraie attive nell’isola. Cosa pensate del movimento birraio sardo? Secondo voi a che livello sta?

- MAURO: Secondo noi, in Sardegna ci sono delle realtà importantissime e con enormi potenzialità, d’altronde
è ben nota la buona capacità dei Sardi nel settore beverage con prodotti di nicchia di grande prestigio… C’è tanta strada da fare nel panorama brassicolo Sardo, bisogna innanzitutto insegnare la cultura birraia a chi ci sta intorno, creare interesse nei giovani, spiegare l’arte della birra artigianale dal servizio alla degustazione. Non mi stupirebbe tra 2 o 3 anni trovare una 50ina di attività del settore, quello che mi auguro è che la passione sia sempre pioniera trainante in ogni Birraio.

- TARIBARI: Una domanda di quelle “piccanti”. Bisogna riconoscere che l’alcol in alcune zone dell’Italia è una vera e
propria piaga sociale. In Sardegna, inutile nasconderci, il problema è evidente, visto che la nostra è la regione in cui in assoluto si consuma più birra in Italia. Che rapporto avete, da piccoli imprenditori che cercano di lavorare con materia prima di qualità, con lo stato italiano e con il fisco? Voglio dire, avete la sensazione di trovarvi all’interno di un sistema stato che tutela una iniziativa come la vostra che pone sul mercato dei prodotti qualitativamente superiori a quelli industriali (e indirettamente anche a educare i bevitori al “buono” più che al “tanto”) oppure no?

- MAURO: Produrre birra artigianale a piccole quantità come quasi tutti fanno in Sardegna, purtroppo non ha grandi benefici economici, lo Stato ci mette allo stesso livello dei grandi birrifici industriali con delle regole fiscali/doganali molto severe. La birra è soggetta ad accisa, ad oggi è uno dei costi più alti in produzione, circa 0,40€ medio a litro dove poi ci si applica l’iva (la tassa nella tassa), la compilazione di almeno 5 registri di produzione dove si trascrivono e dichiarano tutti i consumi sia 24 ore prima della cotta che dopo… Insomma ci siamo capiti… Poi certo, l’alcol è una piega sociale, bisognerebbe bere di meno e quel poco di qualità

- TARIBARI: Siete attenti ai mercati esteri? Vi piacerebbe esportare la vostra birra? Pensate che nel prossimo futuro
questo sia fattibile?

- MAURO: Mai fermarsi, l’estero è un’ottima vetrina, abbiamo qualche richiesta ma per il momento pensiamo
che il prossimo passo, prima di uscire oltremare sia aumentare la capacità produttiva…

- TARIBARI: A quale delle vostre birre tu e Giuseppe siete più affezionati?

- MAURO: La Pilsner è quella che ci ha fatto più sudare quindi merita lo scettro, comunque per tutte le altre
nutriamo lo stesso affetto

- TARIBARI: Abbiamo notato che le vostre birre portano il nome dello stile di riferimento. Cosa vi ha spinto ad attuare
questa politica anzichè attribuire dei veri e propri “nomi” alle vostre creazioni?

- MAURO: Abbiamo voluto che le nostre etichette, comunicassero quello che ogni intenditore vuole in uno
scaffale, arrivare subito al dunque, se ami quello stile non puoi non considerarla

- TARIBARI: La vostra zona ha accolto con simpatia la nascita del vostro birrificio? Avete il riscontro che vi aspettavate
nella vostra zona di competenza, cioè la provincia di Nuoro?

- MAURO: La nostra è una zona un po particolare… Ci sono pochissimi locali dove poter degustare birre di qualità, ma stanno nascendo anche in scia della nostra iniziativa, e questo non può che farci piacere! L’estate ha risposto benissimo per via anche della richiesta dei turisti, poi ora vediamo che gli esercenti hanno un interesse maggiore e con orgoglio espongono in bellavista le nostre birre.

- TARIBARI: Puoi anticiparci quali saranno le prossime mosse aziendali? Avete in serbo qualcosa di nuovo, magari anche una nuova etichetta?

- MAURO: Il prossimo anno ci saranno alcune novità importantissime, ci stiamo già lavorando e credo che sia
una svolta per la nostra azienda e il nostro marchio… Vi terremo aggiornati!

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