La tradizione non è staticità

20 gennaio 2011  |  di Piero Careddu

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UNA RICETTA INNOVATIVA REALIZZATA CON MATERIE PRIME DEL TERRITORIO E DELLA STAGIONE PER AFFERMARE CHE LA CUCINA TRADIZIONALE E’ QUALCOSA DI DINAMICO E CREATIVO IL CUI OBBIETTIVO E’ LA VALORIZZAZIONE IL MIGLIORAMENTO DELL’AMBIENTE E DELLA NOSTRA IDENTITA’.

In questi ultimi mesi sto tenendo a Berchidda un Corso di Cucina Tradizionale che mi sta dando grandi soddisfazioni. L’idea che  sto cercando di far passare, e che parrebbe essere stata capita dai miei allievi, è che la tradizione non può e non deve essere un concetto statico e autocelebrativo ma bensì uno sviluppo dinamico e creativo della cultura gastronomica del proprio territorio e delle sue materie prime. Ieri abbiamo preparato fra le altre cose un Fagottino di Porro ripieno di vitello e carciofi poggiato su della maionese all’arancio. Un piatto che, visto con lo sguardo di quell’ortodossia conservatrice che permea un certo modo di vedere la nostra cucina tradizionale, potrebbe suscitare perplessità e domande del tipo: “Che c’entra una maionese fatta con succo d’arancia con la gastronomia sarda?”. Non possiamo che rispondere sorridendo che se le uova, le arance, l’olio, il vitello, i porri e i carciofi sono del nostro territorio perchè no???

FAGOTTINI DI PORRO RIPIENI DI VITELLO E CARCIOFI E POGGIATI SU UNA MAIONESE AL SUCCO D’ARANCIA.
per 6 persone:

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- Tagliare 3 grossi porri sulla parte legnosa e fino alla parte verde. Con un coltellino praticare un’incisione longitudinale e sfilare i primi 4 strati che formano l’ortaggio. Lessare il tutto in acqua salata e acidulata per 10 minuti. Mettere i fogli di porro a raffreddare aperti su un piano.

- In una padella antiadente fate colorare 200 grammi di polpa di vitello macinata insieme a 2 cuoci di carciofo spinoso sardo tritati, uno spicchio d’aglio in camicia, la scorza di un limone acerbo grattuggiata, un rametto di timo, sale e pepe. Portate a cotture e fate raffreddare. Unite un uovo intero e mescolate bene.

- Riempite con piccole quantità di ripieno i fogli di porro arrotolandoli su se stessi e ottonendo dei cilindri.

- Fate una classica maionese utilizzando due uova, olio extravergine, sale e sostituendo il limone con il succo di un’arancia.

- Riscaldate a forno dolce i fagottini per qualche minuto e servite con una cucchiaiata di maionese all’arancia.

Piatto ricco di sfumature aromatiche da abbinare ad un vino bianco di molto morbido e dal grande corredo olfattivo.

14 Commenti a “La tradizione non è staticità”

  1. Maurizio Achenza scrive:

    Ciao Piero,sono Maurizio un tuo allievo Berchiddese,anch’io appoggio il tuo concetto di poter variare o modificare la tradizione sarda in cucina,come appunto questo piatto “semplicissimo” che hai creato ieri.
    Sono veramente contento di questo corso che stai tenendo nel nostro paese,bravo Piero.

  2. Daniela (SenzaPanna) scrive:

    “la tradizione non può e non deve essere un concetto statico e autocelebrativo ma bensì uno sviluppo dinamico e creativo della cultura gastronomica del proprio territorio e delle sue materie prime”

    Condivido in pieno! non avresti potuto spiegare meglio il mio punto di vista!

    Proverò anche questa ricetta, sei la mia fonte di ispirazione
    :-)

  3. lucinha dettori scrive:

    Ciao Piero – Buonagiornata
    Sono Lucinha Dettori. La nostra amicizia è tramite facebook. Mi piace tutti le tue ricetta. Io Sono niopote di Sassare e vivio in Brasile. No conosco anora Sardegna, pero la amo come se la conoscevi. (scusa il mio italiano…)
    Ho creato un sito nel idioma portuguese per divulgare le mie radici e di mie antenatti.
    Vorei sappere si possso inserire le tue ricetta nel mio blog.
    Caro saluto a resentirti a presto
    Lucinha Dettori

  4. FABRIZIA scrive:

    grazie per l’ennesima prelibatezza, Piè!!!!!!!

  5. Piergiorgio scrive:

    Bravissimo, nessun paraocchi!
    p.s. quest’estate avrò bisogno di corso full immersion sui vini, altrimenti come lo scovo “…bianco molto morbido, con grande corredo olfattivo “.
    ciao

  6. giovanni scrive:

    sembra una ricetta rumena

  7. Massimo scrive:

    Ciao Piero ,
    ancora non ci conosciamo di persona , ma mi sono promesso che appena torno ” a casa ” , una tappa da Voi è obbligatoria .
    Sono il proprietario e cuoco dell’unico ristorante Sardo a Udine. Il tuo concetto di cucina tradizionale è davvero interessante ; lo condivido e faccio di tutto per metterlo in pratica ( non ti nego quanto mi rode non poter partecipare ai tuoi corsi !) Posso magari presentarti qualche mia ricetta ? Mi farebbe davvero tanto piacere poter avere un tuo parere , anche se virtuale .
    Massimo

  8. Daniela (SenzaPanna) Delogu scrive:

    se fai corsi in estate vengo anche io a lezione da te :-)

  9. Piero Careddu scrive:

    Massimo, mi farebbe davvero tanto piacere se mandi tue ricette corredate da foto del piatto. Saremo felicissimi di pubblicarle. Mandale alla mia mail: pierocareddu.59@tiscali.it

  10. Piero Careddu scrive:

    Grazie Maurizio, anch’io mi sto divertendo parecchio a fare il corso con voi perchè si è creato un bellissimo ambiente…

    Daniela: ormai con te è feeling gastronomico assoluto!

  11. Daniela (SenzaPanna) scrive:

    Piero, ma così mi fai arrossire

    :-) )))

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  13. massimo scrive:

    Buonasera Piero, mi chiamo Massimo e seguo da un pò di tempo il tuo Sito. Scusa la mia poca praticità ma non ho mica capito dove possiamo venire ad assaggiare i tuoi buonissimi piatti e poi volevo sapere come fare per conoscere le date e le località dei tuoi corsi e come iscriversi. Sono un appassionato di cucina e di buone cose e mi piacerebbe molto vederti all’opera. Ciao e grazie
    massimo

  14. Josto nel Vicolo scrive:

    al concetto di dinamicità della tradizione , voglio aggiungere una riflessione.
    Conosciamo forse, una data di riferimento per la quale ciò che ci sia prima, sia tradizione, e ciò che arrivi dopo sia innovazione ? Pensiamo all’organetto e alla fisarmonica nella musica tradizionale sarda. Quando sono stati introdotti ? e da chi ? e perchè ? Ora questi strumenti vengono considerati tradizionali, ma non sempre è stato cosi. Vero è che la loro musicalità si sposa bene con colori, i suoni, i movimenti e gli odori della Sardegna…
    E’ cosi penso e spero sia per i tuoi fagottini..

    P.S. quant’è difficile spiegarlo a noi sardi…

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