FREE PALESTINE, NOW!

27 novembre 2008  |  di Zenzero

gaza2.jpgSono come al solito incazzato. Ma ora di più. E niente ironia oggi. Anche Zenzero sanguina. Leggete cosa dice la parlamentare europea Luisa Morgantini al rientro dal viaggio nella striscia di Gaza dove si è recata con altri parlamentari di varia estrazione politica, stravolti da ciò che hanno visto così come la premio Nobel per la pace Mary Corrigan McGuire che è stata ancor più dura con Israele della Morgantini. Ma leggete cosa dice Luisa:<< sono 255 i malati di Gaza morti dal giugno del 2007 perché non hanno ottenuto dalle autorità israeliane il permesso di uscire e farsi curare altrove, mentre le chiusure impediscono agli ospedali della Striscia di rifornirsi anche delle più basilari medicine.
L’ultimo, Ahmed Al-Shafey, un anziano di 76 anni, deceduto lo scorso 28 ottobre per un’infezione renale: per motivi di sicurezza le autorità israeliane non l’hanno fatto uscire da Gaza. Come la piccola Hani, tre anni, morta il 14 ottobre perché la proteina necessaria per il nutrimento del suo cervello e di cui era carente a Gaza non si trovava: anche per lei nessun permesso e la sua vita è stata stroncata. Il 35 percento di questi decessi riguarda i bambini – prosegue – morti senza un atto né una parola spesi dalla comunità internazionale per denunciare la punizione collettiva del milione e mezzo di civili della Striscia.
Eppure da tempo organizzazioni palestinesi, israeliane e internazionali, Unrwa, Croce Rossa Internazionale, Physician for Human Rights, Amnesty International, Bet’selem e altre denunciano la crisi umanitaria senza precedenti a Gaza, le responsabilità dell’assedio israeliano. Ma cosa fanno l’Unione Europea, gli Arabi, le Nazioni Unite?>>

Gaza è un grande carcere a cielo aperto, il peggior carcere che si possa immaginare, dove i palestinesi vivono prigionieri: non possono uscire, non possono entrare, Israele decide se staccare la corrente elettrica, Israele decide se possono uscire in barca a pescare per non morire di fame, Israele decide se devono morire, come e quando.palestine_-_gaza_border.jpg
Questo è solo l’ultimo atto di 60 anni di sopprusi, soprafazione, violenza, pulizia etnica, furto di terra e di sorgenti d’acqua, perpetrati da Israele a danno del popolo palestinese.
Per festeggiare l’elezione di Obama, Israele ha attaccato la Striscia rompendo il cessate il fuoco e facendo secche sei persone. Tutti terroristi, ovviamente. Così ci dicono. E tanto per far capire al nuovo presidente USA cosa vuole lo stato di Israele: la soluzione finale! E che non si faccia strane idee.
Non che voglia rubare il lavoro a Piero e Antonio recensendo libri o facendo inutili simili cose. Ma tre libri mi sento di consigliarveli. Non sono libri scritti da palestinesi, o da loro “fiancheggiatori”, o da antisemiti, o da nemici dello stato di Israele. Sono scritti da Israeliani e parlano della Palestina. Strano no?
Il primo l’ha scritto Ilan Pappe e si intitola “La pulizia etnica della Palestina” (Fazi Editore). Ilan Pappe è nato in Israele, ad Haifa, da genitori ebrei sfuggiti alle persecuzioni naziste e per anni ha insegnato all’Università di Haifa. Forse vedendo in ciò che Israele fa ai palestinesi una replica di quanto subito dai genitori, dal 2005 sostiene il boicottaggio di Israele per la sua criminale politica di occupazione. Ilan Pappe è uno storico di grande fama, titolare di cattedre anche fuori da Israele, ma la sua ricerca come storico, di cui il libro segnalato è un esempio, gli è costata un ostracismo e una avversione tale che ha dovuto abbandonare Israele per trasferirsi ad insegnare in Gran Bretagna. Questo libro è il risultato di un lungo studio sulla documentazione esistente relativa alla Nakba (‘catastrofe’), come i palestinesi chiamano la cacciata dalla loro terra quando nel 1948 venne fondato lo stato di Israele. Pappe ha avuto accesso anche ai documenti degli archivi militari israeliani, di recente desecretati,  giungendo ad una visone chiara di quanto accaduto nel ’48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni ’30 la leadership del futuro stato di Israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo Ben Gurion che già nel 1938 diceva all’esecutivo dell’Agenzia Ebraica:<<sono favorevole al trasferimento forzato (degli arabi): non ci vedo nulla di immorale>>) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina, cioè un crimine, un crimine contro l’umanità! Una lettura onesta, coraggiosa e straziante.bambini-a-gaza.jpg
Il secondo libro si intitola “Il muro di ferro“  (casa Editrice Il Ponte) e l’ha scritto Avi Shaim. Anche lui cresciuto in Israele dove ha prestato servizio militare dal 1964 al 1966, ha insegnato storia a Cambridge e politica all’Università di Reading e si è specializzato in relazioni internazionali alla London school of Economics. Oggi è professore di relazioni internazionali ad Oxford. Anche lui ha approfittato dell’apertura degli archivi segreti israeliani per fare un’escursus sulla politica estera di Israele nei primi 50 anni dalla fondazione Ciò che emerge chiaramente tra guerre e i massacri compiuti da Sharon quand’era generale, è chi non ha voluto la pace. Mai. Sorpresa: non sono i palestinesi!
Infine “Distruggere la Palestina. La politica israeliana dopo il 1948” (Marco tropea Editore) di Tanya Reinhart. Recentemente scomparsa, con essa si spegne una delle più critiche e battagliere analiste della situazione mediorientale. Israeliana, era docente di linguistica all’università di Tel Aviv e di Utrecht e teneva una illuminante rubrica settimanale sul quotidiano israeliano Yediot Aharonot. Se anche qui da noi ci israeli-wall14.jpgfossero giornalisti altrettanto seri e onesti sapremmo qualcosa di più e di meglio della questione palestinese. Nel libro l’autrice ripercorre il decennio intercorso tra gli accordi di Oslo, che tante speranze di risoluzione del conflitto generarono, e lo scoppio della seconda Intifada passando per Camp David. Nel criticare ferocemente la politica di Arafat in quel decennio la sua corrotta corte di politici di Al Fatah, in questo libro dimostra come la politica di Israele non vada interpretata come una risposta al terrore o  una forma di autodifesa, ma come il risultato di un disegno archittetato e attuato sistematicamente: l’espulsione completa del popolo palestinese dalla Terra Santa. Un disegno che risulta chiaro dalle stesse parole di Sharon , il macellaio:<<è la seconda parte della guerra del 1948>>. La tragedia dei palestinesi quì puntualmente analizzata è resa ancor più drammatica dalla voce che la racconta: quella di una intellettuale israeliana 1099566207_h_ho_araf_20041104.jpgche si è battuta per anni per contrastare i luoghi comuni imposti dalla propaganda sionista e diffusi anche dai media e dai politici occidentali.
Tre libri per la stessa unica storia che mi piacerebbe regalare a Obama. Scritti da tre grandi israeliani. Provate a dire che sono antisemiti!

3 Commenti a “FREE PALESTINE, NOW!”

  1. leo trotzky jr. scrive:

    Grazie Zenzero, mille volte grazie. Per i consigli librari così fuori dal coro e per averci ricordato la tragedia palestinese. Non ne parla più nessuno, ne la sinistra profumata di borotalco ne quella sedicente antagonista che sbandiera la vittoria di Luxuria all’isola dei Famosi alla stregua della presa del Palazzo d’Inverno. L’informazione puzza sempre più di vomito secco e gli orrori vengono sapientemente occultati dal sistematico elettroschoc televisivo. E’ triste ma è necessario resistere.

  2. furfuraja scrive:

    ringrazio chi ha proposto e sottolineato, con tanta veemenza e senso di giustizia, i titoli dei libri ma, soprattutto, il carcere a cielo aperto di Gaza, la sua morte, la morte perpetuata e voluta da uno stato, quello israeliano, che continua nel genocidio del popolo palestinese.
    lo stesso popolo a cui viene richiesto, anche dai nostri emeriti rappresentanti, il riconoscimento…fino a quando la barbarie, ovunque?

  3. antonio canu scrive:

    Siamo stati tristi Cassandre alla luce del massacro di oltre 300 (per ora) palestinesi, tra i quali molti bambini, che uno degli eserciti più forti del mondo sta compiendo a Gaza contro una popolazione affamata e già provata da un lunghissimo embargo di cui ho già parlato nell’articolo quì sopra. Negli ultimi sei mesi di tregua a qualcuno importava dei 250 palestinesi morti perchè israele non ha consentito le cure mediche? Qualcuno ha pensato di sedersi ad un tavolo per parlare col governo legittimo e democraticamente eletto dal popolo palestinese? Qualcuno ha protestato per l’ulteriore furto di territori e per l’implementazione degli insediamenti dei coloni israeliani in territorio palestinese? Qualcuno ha chiesto ad Israele di liberare i minorenni palestinesi detenuti senza imputazione? Non credo in nessun dio, ma spero che se ce n’è uno sia Allah, e la faccia pagare ai cani assassini che massacrano il popolo palestinese.

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