L’invasione romana dei naturali

8 febbraio 2016  |  di Piero Careddu

LA DUE GIORNI DEI VIGNAIOLI NATURALI A ROMA ALL’EXCELSIOR

Sabato 6 e domenica 7 febbraio si è svolta,  al The Westin Excelsior Rome, l’ottava edizione di Vignaioli Naturali a Roma: una kermesse di due giorni dedicata ad una grande fetta di quei viticultori che hanno scelto un sentiero produttivo senza scorciatoie e senza gli aiuti della chimica di sintesi. Tantissimi interpreti del vino organico, da tante parti del mondo, ognuno con i propri percorsi agricoli, ognuno con il proprio stile ma uniti da grandi allegria e convivialità. L’ambiente sfarzoso dei saloni dell’Excelsior di Via Veneto non è bastato a mascherare la naturale informalità e la grande energia che l’esercito di contadini-viticultori emanava fin da quando ci si affacciava ai banchi di degustazione. Debbo dire, sperando di non apparire troppo ultras, che dopo aver assaggiato, ad occhio e croce, un’ottantina di campioni alcuni dei quali meravigliosi, altri semplicemente buoni, quello che è rimasto è la meraviglia di non aver trovato un solo vino difettoso o portatore di quelle puzzette tipiche di alcuni rappresentanti di questa categoria. Questo è un segnale che l’aspetto della pulizia di gusto, senza spersonalizzare il prodotto e la tipicità, è tenuto sempre in maggiore considerazione in questa fetta di mercato sempre più in crescita. Cosa mi è rimasto maggiormente impresso tra i numerosi campioni testati? Tre protagonisti delle lavorazioni in anfora mi hanno regalato emozioni diverse ma ugualmente intense: gli arcaici georgiani di Nika Bakhia tra i quali mi ha folgorato il Superavi Surpris 2011;  molto buone tutte le lavorazioni in anfora del friulano Paraschos con particolari brividi da Amphoreus Malvasia 2009 e, grande sorpresa che devo all’amica Daniela Delogu,  la scoperta di Andrea Occhipinti giovane produttore dell’Alto Lazio, precisamente sulle rive del Lago di Bolsena, con delle incredibili declinazioni di Aleatico e Grechetto: su tutte Alter Alea un sapido e beverino Aleatico vinificato in bianco e l’Arcaico, melange in parti uguali di Grechetto e Aleatico fermentate e affinate in anfore di terracotta. Ma come non citare le due interpretazioni di Malvasia delle Lipari, secca e passita, di Paola Lantieri? Ed il perfetto Chianti di Giovanna Morganti di Poderi Le Boncie con i Verdicchio dell’ormai stella del mondo dei naturali Corrado Dottori? Splendida anche l’intera gamma dei monferrini di Rocco di Carpeneto. Dalla Sardegna purtroppo un solo produttore: Cantine Farina Paddeu di Ozieri con un corretto e beverino Cannonau.  Sto lasciando indietro decine di altre bellissime bottiglie che sono passate per la felicità del mio naso e della mia bocca.  Un pomeriggio di grandi incontri e di bellissime scoperte dentro un mondo che, per adesso, continua a profumare di pulizia e autenticità. Complimenti a Tiziana Gallo per l’organizzazione impeccabile e per la selezione mai scontata.

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