L’Isola blues di Flavio.

19 maggio 2008  |  di Piero Careddu

immagine-002.jpg

Di scrittori bravi in Sardegna si inizia a leggerne tanti, alcuni sono anche dei fuoriclasse, ma la capacità che ha Flavio di fotografare quella variegata fauna che siamo noi sardi, la trovi in pochi. Gli dico sempre che ogni volta che leggo un suo libro, ho la sensazione di stare seduto in uno di quei consunti divani rossi del bar di una nave Tirrenia; e ti sfilano davanti agli occhi la vecchia zia di paese in costume nero, il carabiniere in licenza, il costruttore trafficone di rientro da Roma, l’universitaria fuori sede piena di piercings, il casaro che parte per piazzare una partita di pecorino e camerieri, giovani cuochi, segretarie d’albergo. Sardinia Blues rispetta alla lettera il contenuto del titolo: del blues  ha l’andamento dinoccolato e amaro, l’amore di cui trasuda la storia é ferita dolorosa, le vicende esistenziali dei singoli personaggi sono sogni inseguiti, nottate di alcool, chimica e sesso frugale, la fuga come soluzione/illusione. Gli intrecci di queste vite sono l’ossatura di una narrazione che si sviluppa sullo sfondo di una Sardegna che sfugge di mano a se stessa, con la cementificazione e un turismo idiota evocati come uniche speranze di una salvezza che non arriverà.
Emblematica l’affermazione di uno dei protagonisti, il bel Licheri: “…dobbiamo liberarci dai fantasmi della storia, dai nostri immensi stordenti sensi d’inferiorità e di marginalità e di perifericità, accettare che siamo come gli altri, tutti gli altri, nè meglio nè peggio, eccellenti uomini qualunque del mondo, questa é la rivoluzione che ci toccherà fare, prima o poi…”.
Il Bene e il Male vengono fuori ben definiti e il secondo  trova rappresentazione non nei banditi, non nella droga o nella vita simil-dissoluta delle nuove generazioni ma forse in una non dichiarata ma percepibile ipotesi di regia occulta di consigli d’amministrazione  che decidono i nostri destini.
Resta lo spiraglio di una Natura che resiste nonostante tutto: “…a Maggio quest’isola é un paradiso di verde e mare trasparente e per fortuna ancora nessuno se n’é accorto… A Maggio mi piace nuotare la notte quando sono ospite di Licheri nella sua casa sul mare ma d’agosto no, non lo faccio quasi mai..vacanzieri dappertutto, ad agosto non sono nostri questo mare e questa terra…d’agosto l’isola é di tutti, non mi piace nuotare in questo mese impazzito…”
Un libro che commuove, diverte e fa pensare con grande facilità di lettura. Meglio di cosí!!!…

SARDINIA BLUES
di Flavio Soriga
2008 Collana Narratori Italiani
BOMPIANI EDIZIONI
FLAVIO SORIGA REGALERA’ A SASSARI LA SUA PERSONALE LETTURA  DEL ROMANZO, MERCOLEDI’ 21 MAGGIO ALLE 18 IN PIAZZA TOLA ACCOMPAGNATO DALLA CHITARRA BLUES DI JACK EVANS ALL’INTERNO DEL CARTELLONE DEL FESTIVAL ABBABULA.

5 Commenti a “L’Isola blues di Flavio.”

  1. presenza morena scrive:

    Come si fa a restare lontano della seduzione sarda dopo di aver “degustato” “A luna calante” di Nando Cossu, e di leggere l’invito a questo libro particolare, espressione dell’autenticità della vostra forma di vita, del substrato culturale, degli influssi acculturativi che vi accompagnano, dell’anima ancora connotata dai tratti della tradizione accanto alla modernità? Vorrei assolutamente leggerlo, grazie!

  2. graziano scrive:

    Ciaao Piero, noto che nel libro Sardinia Blues, ci sono sempre dei riferimenti a Cuba, è un caso??

  3. flavio soriga scrive:

    Non è un caso, è ovvio, in una recente vita sono stato Comandante en jefe di una brigada pacifista per l’affermazione della follia creativa, e abbiamo combattuto in molti boschi, e selve, e presto riprenderemo la battaglia della locura, con trasporto e dolcezza, e amistad e versi e poesie, e se ti vuoi arruolare, siamo sempre troppo pochi, e ci serve uno che sappia fare dei buoni coktail, anche analcolici (per me). pensaci, goppài. viva Hermosa, viva la vida, viva la liertad! ___Flavio Aurelio Soriga Cabré di Rosacroce, Signore di Pintulinu

  4. graziano scrive:

    Caro Flavio, Flavio Aurelio Soriga Cabré di Rosacroce, Signore di Pintulinu, i buoni coktail li amo bere, ma non fare, inoltre non voglio la parte da Vice Jefe.
    Comunque il libro è ottimo, si legge bene.
    In Sardo
    Bonos sos coktail ma mi piaghene de lor viere e no de los faghere, e no chelzo faghere su vice Jefe.
    Bonixeddus son coktail ma mi praxiri de dos buffai e no a dus fai, e no ollu fai si vice Jefe.
    Ciao Graziano.

  5. graziano scrive:

    Flavio Soriga, perdona il mio sardo imperfetto, il mio traslatore umano, che poi è un collega di lavoro, si è un poco arrugginito, ciao
    Graziano.

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di mille battute.


caratteri disponibili


ALTRI ARTICOLI