La leggenda gentile di Don Alejandro

12 maggio 2008  |  di Antonio Canu

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Alejandro Robaina è una leggenda vivente. Discendente di una famiglia di coltivatori, installatasi nel 1845 a Cuchilla de Barbacoa nella zona di San Luis nella Vuelta Abajo, è il veguero più famoso di Cuba. Nella zona dove si produce il miglior tabacco del mondo lui, quasi novantenne, lavora ancora e dalla sua finca, una piccola proprietà originariamente di 18 ettari che il governo cubano ha implementato donandone altri 10, escono le migliori foglie da capa di Cuba; delicate ed eleganti come la seta sono l’abito da sera di molti dei migliori habanos.
Dal 1998 vestono anche i sigari che, primo caso per un cubano vivente, portano il suo nome. Nonostante tanta gloria Don Alejandro conserva una disponibilità ed una simpatia straordinarie e accoglie con affetto chiunque vada a trovarlo  intrattenendosi a chiaccherare come un vecchio amico.
Alcuni dei ricordi più belli del mio soggiorno a Cuba sono legati ai giorni passati nella provincia di Pinar del Rio, nella cittadina di Vinales e, appunto, nella zona principe del tabacco. Tra questi la visita della finca di don Alejandro e l’incontro con lui sono tra quelli più emozionanti e non so quanto emotivamente influenti sul consueto ottimo giudizio che sono uso dare nelle degustazioni dei sigari di questa marca.
Credo che un buon catador debba essere molto rigoroso nell’analisi sensoriale di un sigaro, ma, l’avrete capito, l’ortodossia non è tra le leggi che regolano il metodo dei curatori di questo sito. Perciò nel rivendicare il diritto alle emozioni anche come strumento tecnico di degustazione, ecco le schede di due dei cinque sigari di Vegas Robaina disponibili nel nostro paese che ho fumato di recente dopo una lunga sosta nel mio humidor.
 
Vegas Robaina UNICOS
Lunghezza: 165 mm
Ring Gauge: 52
Vitola: Piramides

Se non il migliore (come pensa il sottoscritto) sicuramente degno di stare sul podio nella sua categoria. L’Unico di Robaina rappresenta infatti una delle espressioni più gustose e seducenti nella categoria dei figurados. Vestito con una magnifica capa di un colorado non molto scuro, è impeccabile per costruzione e riempimento, elegante nella sua perfettamente rifinita forma di ogiva.
La dote migliore di questo sigaro è l’equilibrio, la perfetta tensione tra la forza e la complessità dell’espressione gustativa senza che l’una prenda mai il sopravvento sull’altra.
In apertura di fumata le note di liquirizia e cannella evolvono presto verso quelle di legno e torrefazione (caffè, cacao).
Il corpo centrale è un trasudare di spezie, pepe e cumino, ed evoca la visione di una splendida mulatta che cucina fagioli neri. Intanto cresce la forza del sigaro che ci porta verso un finale intenso, ricco di morbidezza, nel quale si perde un pò di nettezza cosa che non intacca il piacere nè la sensazione di totale appagamento.
Non so perchè, forse per il morbido finale, ma in abbinamento questo sigaro mi chiama sempre caffè nero alla turca in grande quantità e da sorseggiare anche quando va intiepidendosi.

Vegas Robaina DON ALEJANDRO
Lunghezza: 194 mm
Ring Gauge: 49
Vitola: Prominentes

L’imponente formato di questo sigaro potrebbe scoraggiare il fumatore non esperto. Invece, sfidando dimensioni e prezzo, tutti dovrebbero provarlo. La sua linearità e la sua non complessa evoluzione (se paragonata a quella degli omologhi giganti di altre marche) che la maggior parte dei degustatori vedono come un diffetto – relativo, ovviamente, stiamo pur sempre parlando di un fuoriclasse – io le immagino volute. Questo sigaro vuole rispecchiare infatti la figura e l’umanità di don Alejandro, il veguero a cui è dedicato e di cui vi ho brevemente raccontato in apertura, alla grandezza della cui leggenda corrisponde l’inaspettata gentilezza e dolcezza dei modi.
Ancora una volta è l’equilibrio il carattere dominante di questo imponente sigaro dalla fattura perfetta.
Perfezione che, oltre che nell’aspetto della capa di un setoso colorado giallo rossiccio, si manifesta anche nella regolarissima combustione e nel placido tiraggio.
Alla morbidezza dei puff e alla forza contenuta del primo terzo corrisponde una elegante intensità aromatica che su un tappeto vegetale evoca funghi e sottobosco.
Subito, prima ancora di raggiungere il centro del corpo, la prevaricante morbidezza del cioccolato cremoso è appena compensata da tocchi di caffe e pane grigliato, ma subito riaccentuata dalla dolcezza del miele. E così si continua, senza sussulti, fino alla fine delle circa due ore di fumata. Nessuna sorpresa, ma il piacere intenso della confidenza e l’intimità del tempo che sempre più raramente riusciamo a ritagliare per passarlo con l’amico di sempre.
Da abbinare alla Deus Brut Des Flandres, birra belga d’orzo rifermentata in bottiglia col metodo di lavorazione dello champagne.

3 Commenti a “La leggenda gentile di Don Alejandro”

  1. piero scrive:

    antonio, non so se non lo hai fatto per scelta o per il fatto che la somma dei nostri rispettivi neuroni arriva ad uno scarso!!! non posso non ricordare a chi legge, il tuo commovente racconto di quando dicesti a Don Vegas Robaina: ” Tu per me sei, riguardo al tabacco, quello che il papa è per i cattolici”, provocando in lui un pianto da bambino….
    Comunque tra le tante cose delle quali devo ringraziare quel malato di mente che sei ,c’è tra le prime in classifica l’avermi fatto assaggiare per la prima volta il mitico Don Alejandro. Unico!

  2. pibus scrive:

    O Kanu, ma ti sembra giusto farci sbavare raccontandoci delle tue glorie cubane? Io è da mesi che non tocco nemmeno un Toscano! In nome dell’Ozio e Rivoluzione, anzichè onanismo tabaccoso, proponi zigarri a los amigos (che faranno pure lo sforzo di ringraziarti e presentarti alle loro amiche bone, qualora ne abbiano)!!!

  3. Antonio Canu scrive:

    Caro Mr. Pibus, poichè chi fuma da solo si strozza sarò lieto di omaggiarti di alcuni dei preziosi manufatti custoditi nel mio humidor, tra i quali anche il toscano del presidente che ho avuto l’ardire di accostare a Johnny Cash e di cui avrai letto se hai sfogliato con attenzione più qualche altro habano di qualità. A due condizioni. Una obbligatoria: che continui a visitarci, una facoltativa: che vinci la pigrizia e se e quando ne avrai voglia ci onori di un contributo dando lustro a Canzoni Ubriache con un tuo abbinamento musica-vino (dai pensa a qualcosa di kraut, solo tu puoi, fallo per me!).

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